LIFESTYLE
Giuseppe Sinigaglia: Il Campione Canottiere e Eroe di Guerra da cui prese il Nome lo Stadio di Calcio di Como
Il nome di Giuseppe Sinigaglia potrebbe suonare familiare ai tifosi di calcio di Como, ma la sua storia va ben oltre lo stadio che oggi porta il suo nome. Nato il 28 gennaio 1884 a Como, Sinigaglia fu un talentuoso canottiere, tra i più grandi atleti italiani della sua epoca.
La carriera sportiva di Sinigaglia iniziò alla Canottieri Lario, il club remiero locale, dopo essere stato espulso dalla Pool Comense 1872 per indisciplina nel 1903. Con dedizione e talento, divenne una figura di spicco del canottaggio italiano. In coppia con Teodoro Mariani, conquistò numerosi titoli italiani ed europei nella specialità del doppio. Il suo successo più celebre arrivò nel 1914, quando vinse i prestigiosi Diamond Challenge Sculls alla Henley Royal Regatta, diventando il primo italiano a trionfare in questa competizione.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Sinigaglia mise da parte le sue ambizioni sportive per arruolarsi volontariamente nel Regio Esercito, entrando nella Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna. Anche in uniforme mostrò la stessa disciplina e leadership che avevano segnato la sua carriera sportiva, guadagnandosi il rispetto dei suoi commilitoni. Tuttavia, il 10 agosto 1916, durante un attacco alla Collina 4 del Monte San Michele, nel corso della Sesta Battaglia dell’Isonzo, Sinigaglia fu mortalmente ferito. Aveva solo 32 anni.
Per il suo coraggio in battaglia, gli fu conferita postuma la Medaglia d’Argento al Valor Militare. La città di Como volle onorare la sua memoria intitolandogli il principale stadio sportivo cittadino. Inaugurato nel 1927, lo Stadio Giuseppe Sinigaglia è oggi un simbolo sulle rive del Lago di Como e la casa del Como 1907.
La storia di Sinigaglia è quella di un uomo che ha incarnato dedizione e spirito di servizio, sia nello sport che in guerra. Il suo contributo alla storia sportiva di Como e il sacrificio durante il conflitto ne hanno consolidato l’eredità. Oggi, lo stadio rimane un tributo eterno a un uomo che eccelse nella competizione e rispose al dovere quando fu più importante.