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La Fontana di Camerlata tra geometria e astrattismo: un simbolo del volto moderno di Como
La Fontana di Camerlata è una delle opere simbolo della città di Como e rappresenta un importante esempio dell’architettura e dell’arte modernista degli anni ’30. Progettata nel 1936 dall’architetto Cesare Cattaneo e dal pittore astrattista Mario Radice, la fontana si trova in una zona di passaggio strategica, all’ingresso della città, nel quartiere di Camerlata. La sua forma è immediatamente riconoscibile: grandi anelli e sfere si intrecciano in una composizione geometrica astratta, che sembra quasi fluttuare nello spazio.
Cattaneo e Radice descrissero la fontana come “un’opera di decorazione pura, esaltazione di belle forme ottenute con geometrica perfezione…senza pretese di contenuto letterariamente simbolico o di destinazione funzionale”. Questa dichiarazione è fondamentale per comprendere la natura della fontana: non si tratta di un’opera pensata per trasmettere messaggi politici o simbolici, né per avere una funzione pratica, ma semplicemente per celebrare la bellezza delle forme geometriche pure.
La collaborazione tra Cesare Cattaneo e Mario Radice non fu un caso. I due erano parte integrante di quel movimento artistico e architettonico che trasformò Como negli anni ’30 in uno dei centri più importanti del razionalismo italiano. Questo movimento, che cercava di applicare la logica e la razionalità anche all’arte e all’architettura, puntava su linee semplici, forme geometriche e uno stretto legame tra estetica e funzionalità.
Cesare Cattaneo era uno degli esponenti principali del razionalismo. Giovane e brillante, credeva fermamente che l’architettura dovesse rispondere a bisogni pratici ma anche estetici, trovando una bellezza intrinseca nelle forme geometriche. Le sue opere si distinguevano per la chiarezza delle linee e l’uso di elementi architettonici che esaltavano la semplicità e l’ordine. Collaborando con Radice, Cattaneo cercava di dare alle sue costruzioni anche un apparato decorativo che andasse oltre il puro funzionalismo.
Mario Radice, dal canto suo, era un artista legato all’astrattismo, movimento che cercava di allontanarsi dalla rappresentazione figurativa per concentrarsi su forme e colori puri. Per Radice, l’arte doveva esprimere l’essenza delle cose, non la loro immagine esteriore. Nella Fontana di Camerlata, le sfere e gli anelli si dispongono in modo astratto e armonioso, evocando un senso di equilibrio e leggerezza a cui l’artista tenta di dare forma.
La Fontana di Camerlata non è solo un’opera d’arte isolata, ma è parte di un contesto urbano e architettonico più ampio. Negli anni ’30, Como era un centro vitale per il razionalismo, un movimento che aveva trovato la sua massima espressione nella Casa del Fascio, progettata da Giuseppe Terragni e considerata una delle opere più rappresentative dell’architettura moderna in Italia. La Casa del Fascio, situata nel centro di Como, e la vicina Torre Littoria, che sorge poco distante dalla fontana, dialogano visivamente con quest’ultima. Se la Torre Littoria rappresentava un’idea di potere e monumentalità, la Fontana di Camerlata, con le sue forme leggere e astratte, offriva un’alternativa più poetica e meno imponente, pur rimanendo all’interno della stessa corrente modernista.
L’opera di Cattaneo e Radice non è solo un elemento di decoro urbano, ma rappresenta la volontà di creare una Como moderna, una città in cui arte e architettura si fondessero in un unico linguaggio. Le forme astratte della fontana rispondono all’idea che il bello può essere semplice e che la purezza geometrica è di per sé un valore artistico. La Fontana di Camerlata ha un ruolo significativo nella storia di Como. In un’epoca di grandi cambiamenti, sia a livello politico che sociale, questa fontana divenne un simbolo della modernità della città. Se da un lato Como era nota per la sua bellezza naturale e per il suo lago, con l’avvento del razionalismo la città iniziò a sviluppare anche un’identità architettonica più contemporanea.
Negli anni, la fontana è diventata un punto di riferimento per i comaschi e per i visitatori. L’opera è stata più volte restaurata per preservarne l’integrità e garantire che continuasse a svolgere il suo ruolo di simbolo della città. L’opera di Cesare Cattaneo e Mario Radice si inserisce in un più ampio contesto di rinnovamento artistico e culturale a Como negli anni ’30. La città, già rinomata per le sue ville e per il suo patrimonio storico, divenne un centro di sperimentazione per l’arte astratta e l’architettura moderna. Radice e Cattaneo erano profondamente legati a Como e ne influenzarono il volto moderno. Radice, con le sue pitture murali per la Casa del Fascio, e Cattaneo, con i suoi progetti architettonici, contribuirono a creare un ambiente in cui arte e architettura potevano dialogare in maniera innovativa. La loro collaborazione era parte di un movimento più ampio, che cercava di fare di Como un laboratorio di idee e forme moderne.
La Fontana di Camerlata, dunque, non è solo una semplice fontana decorativa, ma un’opera che racchiude il senso di un’epoca e di un movimento artistico e architettonico. Essa continua a essere un simbolo di modernità, di innovazione e di bellezza e purezza geometrica, un’opera che incarna la visione di due grandi protagonisti del modernismo italiano.