Il viaggio di Pepe Reina dalla Masia di Barcellona alle sponde del Lago di Como, è stato lungo e ricco di successi.
Sono passati ventiquattro anni dal suo esordio con il club catalano e, dopo aver difeso la porta di club quali Liverpool, Napoli, e Milan, solo per citarne alcuni, il portiere spagnolo si è presentato ai suoi nuovi compagni di squadra con un’esuberante esibizione di “La Bamba”.
Il video della sua “esibizione”, come spesso capita per questi riti di iniziazione, ha finito per diventare virale, ma soprattutto ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo nella storia calcistica di Reina.
Il Como è il nono club della sua carriera. Con l’allenatore Cesc Fàbregas, un ex compagno di nazionale, Reina ha ritrovato un vecchio amico. Al momento del suo arrivo, Fàbregas ha dichiarato: “Siamo entusiasti di accogliere Pepe nel club. È un portiere con una grande esperienza internazionale e una mentalità molto competitiva. Sono sicuro che il suo contributo aiuterà la squadra a crescere e migliorare”.
La sua mentalità vincente ha iniziato a formarsi nella famosa accademia del Barcellona, La Masia, dove è entrato nel 1995, quattro anni prima di vincere il Campionato Europeo Under 17 con la Spagna. Al suo debutto ufficiale con il Barcellona, nel 2000, ha condiviso il campo con leggende come Rivaldo, Xavi e Frank de Boer.
Dopo il Camp Nou, si è trasferito al Villarreal, dove ha collezionato più di 100 presenze, prima di diventare un’icona del Liverpool, club per il quale ha giocato otto anni.
Durante la sua avventura ad Anfield ha messo in bacheca una FA Cup, vinta da protagonista, con tre rigori parati nella finale del 2006 contro il West Ham.
Con i Reds ha anche vinto la Coppa di Lega e la Supercoppa UEFA, ma ha perso la finale di Champions League del 2007 contro il Milan ad Atene. Ha inoltre vinto il Golden Glove per tre stagioni consecutive, riconoscimento che viene dato al portiere con il maggior numero di clean sheet in Premier League.
Reina ha indossato la maglia della nazionale spagnola 36 volte, facendo parte delle selezioni che hanno vinto il Mondiale del 2010 e gli Europei del 2008 e 2012, come secondo di Iker Casillas, che considera uno dei migliori di sempre nel suo ruolo. “Lui e Gianluigi Buffon sono stati un’ispirazione per molti di noi. Direi che sono i migliori.”
Riguardo ai suoi trionfi con la nazionale, ha dichiarato: “Giocare per la Spagna è stato qualcosa di straordinario. Abbiamo vinto due Europei e un Mondiale di fila, una cosa che potrebbe non accadere mai più.”
I successi con le squadre di club sono continuati poi a Napoli, dove ha vinto la Coppa Italia nel 2014, a Monaco, dove si è laureato campione di Germania nel 2015 col Bayern, per poi continuare la sua carriera con le maglie di Milan, Aston Villa e Lazio, prima di fare ritorno al Villarreal.
Durante la sua ultima avventura spagnola, Reina, che ha compiuto 42 anni alla fine di agosto, ha iniziato a domandarsi se fosse arrivato il momento di appendere i guanti al chiodo.
Ma Reina è un giocatore sicuramente apprezzabile per la sua longevità. Ha superato il traguardo dei 1000 match disputati in carriera lo scorso anno e, al momento di questa intervista, è già sceso in campo nelle prime quattro partite della stagione con il Como.
Dopo aver firmato un contratto di un anno a luglio, ha dichiarato: “Sono arrivato in un progetto bellissimo, una famiglia che continua a crescere e che ogni anno alza l’asticella. Torno in un campionato che conosco bene e che so essere molto competitivo. Voglio dare il mio contributo allo sviluppo di questo club.”
La famiglia è fondamentale per lui. È sposato con Yolanda e ha cinque figli. Si descrive come “un papà presente che ama i suoi ragazzi e cerca di crescerli come brave persone.”
Alcuni di loro sembrano voler seguire le sue orme. “Dei miei due figli maschi uno è portiere e l’altro è difensore” dice Reina. “Ma il fatto che possano diventare dei calciatori è sicuramente secondario rispetto al fatto che diventino delle persone per bene”.
Il motivo per cui indossa il numero 25? “Mi è stato assegnato quando sono arrivato al Villarreal, poi è nata la mia prima figlia il 25, così ho sempre mantenuto quel numero”.
La sua routine quotidiana è semplice. “Mi sveglio, porto i bambini a scuola, arrivo all’allenamento, faccio colazione, una sessione con i fisioterapisti, palestra, allenamento, pranzo, poi riprendo i bambini da scuola e dedico il resto della giornata alla famiglia”.
Reina cita suo padre Miguel, anche lui portiere di Barcellona e Atletico Madrid, come la sua più grande fonte di ispirazione, dentro e fuori dal campo, ma menziona anche alcuni grandi allenatori con cui ha lavorato.
In futuro, seguire le orme di Fàbregas e diventare allenatore è un’idea che lo attira. In un’intervista con The Athletic l’anno scorso ha detto: “Ho avuto la fortuna di lavorare con (Rafa) Benitez, (Maurizio) Sarri, (Pep) Guardiola e (Gennaro) Gattuso, tutti grandi nomi. Cerchi di prendere il meglio da ciascuno di loro e di evitare gli aspetti negativi”.
“Anche quando giocavo con (l’allenatore del Manchester City) Pep al Barcellona molti anni fa, si vedeva che aveva un talento naturale per allenare. Era un leader anche in campo. Ora a mio avviso è uno dei migliori allenatori di sempre”.
Reina potrebbe essere nelle fasi finali della sua carriera, ma è indubbio che possa regalare al Como un’enorme esperienza e una forte personalità.
Una volta ha firmato la pelle di un tifoso affinché potesse farsi tatuare la sua firma, gli piacerebbe passare una giornata con il golfista Tiger Woods, e se potesse scegliere un superpotere, sarebbe quello di guarire le persone.
Nel 2021, tre anni prima di quella famosa esibizione di “La Bamba”, è apparso nella versione spagnola del reality musicale “The Masked Singer” vestito da pinguino gigante, cantando “Hola Mi Amor”, un brano tradizionale della sua terra natia.
Quindi, se questo è il suo canto del cigno, aspettatevi di sentirlo forte e chiaro.
Conosci Pepe: Domande a raffica
Squadra tifata da bambino: Barcellona.
Un match memorabile: La finale di Champions League contro il Milan nel 2007, anche se è un grande rimpianto non aver vinto. Anche la semifinale contro il Chelsea è stata straordinaria (il Liverpool vinse ai rigori). L’atmosfera ad Anfield era incredibile.
Giocatori preferiti: Steven Gerrard e Fernando Torres – fantastici.
Miglior giocatore di tutti i tempi: Lionel Messi.
Maradona o Pelé? Maradona.
Film preferito: Il Miglio Verde.
Canzone preferita: “Hablo Contigo” di Nina Pastori.
Libro preferito: “Operación Lobo”. Mi ha affascinato.
Esperienza più folle vissuta nel calcio: Festeggiare la vittoria della Coppa del Mondo a Madrid dopo essere tornato dal Sudafrica. C’erano più di un milione di persone. Vedere l’intero paese unito è stato incredibile.
Descriviti in tre parole: Testardo, normale, dedito alla famiglia.
Calciatore più pazzo che conosci: Joan Capdevila (ex difensore della Spagna).
Prossima star globale: Spero sarà Nico Paz (giovane centrocampista del Como). È davvero forte.
Soprannome: Pelato.
Città preferite: Madrid, Cordoba, Napoli.
Superstizioni/rituali prima di una partita: Ne ho molte, innumerevoli… ma non posso raccontarle.
Hobby preferito: Giocare a golf.
Fobie: Api.
Consiglio per un giovane calciatore: Sii umile e ricomincia da zero ogni giorno.
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