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PROFILO DEL GIOCATORE

Nicholas Gioacchini: L’intervista

Doppia cittadinanza, americana e italiana, arrivato al Como 1907 dall’MLS durante il mercato di gennaio. È il talento 23enne Nicholas “Niko” Gioacchini, centravanti, prodotto delle giovanili del Paris FC. 

Papà italiano, dopo i primi anni vissuti in Kansas, dove nasce, Nicholas si trasferisce a Parma. Poi la Francia e l’ascesa nel calcio europeo, dalla squadra francese del Caen in Ligue 2 al Montpellier, nella massima serie. 

Tornato negli Stati Uniti, nell’Orlando City, Niko passa poi al St. Louis City. 

Chiamato a vestire la maglia della nazionale statunitense, contribuisce alla vittoria nella Gold Cup 2021 con un gol e un assist. 

Stati Uniti: dove tutto ha inizio

Del suo primo approccio con il pallone, Nicholas racconta: “Ho visto una palla per terra e, invece di prenderla con le mani, l’ho calciata”. Nel 2006, la sua prima esperienza in una squadra di calcio: “Ho iniziato in una squadra della zona, Overland Park, in Kansas, dove ho giocato per due anni prima di trasferirmi con la mia famiglia in Italia, a Parma”.

Il calcio d’Oltreoceano

Dopo essere cresciuto calcisticamente in Europa, Niko torna negli Stati Uniti dove, nel frattempo, il calcio è cresciuto e ha cambiato volto: “Ho visto un’evoluzione incredibile del calcio statunitense. Rispetto a quando ero piccolo, ora in molti da fuori vanno in America per giocare e per allenare. Non è più solo calcio americano, ma internazionale. E vedo una passione crescente in chi lo segue”. Nicholas ha vestito anche la maglia della nazionale americana: “È un orgoglio per me”. E in vista dei Mondiali 2026, dice: “Se il mister mi volesse chiamare, io ci sono”. 

Il cugino allenatore

Nonostante il papà italiano, nessuno ha spinto Nicholas a giocare a calcio, è qualcosa che è successo in modo naturale. Nella sua famiglia, un cugino, Warren, ha avuto un ruolo importante: “Ero ancora piccolo. Ha visto che mi piaceva il calcio e mi ha un po’ allenato a calciare in porta”. Tra gli idoli calcistici di Niko, Alexandre Pato e poi Ronaldinho, Zlatan Ibrahimović e Kevin-Prince Boateng.

La grinta italiana

Per Nicholas, elemento distintivo dell’Italia è la grinta: “Ho imparato questa parola arrivato da bambino in Italia dove, rispetto agli Stati Uniti, ho subito notato una grande differenza. Vedevo una voglia di vincere, di lottare, di fare di tutto per andare in rete. È l’elemento che, all’epoca, ho compreso, più di ogni altro, del calcio italiano”.

Como, i compagni e la città

L’arrivo a Como per Nicholas ha significato l’inizio di una nuova avventura in Italia: “Con il tempo ho imparato ad ambientarmi. Ci sono state persone che mi sono state vicine in questi mesi e mi hanno aiutato. La città è molto bella e la gente è molto gentile”. Sui compagni, dice: “Ho legato tanto con chi parla inglese e con chi parla francese. Abbiamo tanti gruppi all’interno della squadra, ma ci si sente a casa, è come stare in famiglia”.

Il risotto con l’ossobuco

Tra i luoghi preferiti intorno alla città di Como, Brunate: “Ci sono stato due volte, una volta con la mia famiglia e una da solo. Di Como mi piace la vista del lago, soprattutto al calar del sole”. E per quanto riguarda il piatto preferito – rigorosamente da gustare al ristorante “Terzo Crotto” di Cernobbio – una risposta da vero ‘local’: “Il risotto alla milanese con l’ossobuco”. Non pizza né pasta, quindi, ma un piatto della tradizione: “È importante assaggiare i piatti tradizionali, tutti i turisti dovrebbero provarli”.

Le auto e il rap

Fuori dal calcio, una sua grande passione sono le auto, in particolare Gran Turismo, di cui guarda molti video e con cui gioca, a volte, alla Playstation: “È una passione pericolosa perché le auto costano molto” (ride). E poi la musica, che ascolta sempre prima delle partite: “Mi mette nel mood giusto. Ascolto rap americano e francese, come Travis Scott e Meek Mill. È un ritmo che mi dà la carica”. 

Fai di tutto per realizzare i tuoi sogni

A chi volesse seguire le sue orme, consiglia: “Fai di tutto per realizzare i tuoi sogni”. Ed è quello che ha fatto il giovane Niko, seguendo la passione del calcio. Guardandosi indietro, a un Nicholas più giovane il consiglio che dà è “divertiti di più”. Il divertimento, dice, “non è andare in discoteca, è divertirsi in quello che si fa. Perché ci sarà un momento nel futuro, tra 5, 10, 20 anni o di più in cui mi guarderò indietro e non potrò cambiare ciò che è passato. L’importante quindi è vivere il presente divertendosi nelle attività che si svolgono”. 

Mamma Joan

Tra le persone importanti della vita di Nicholas, mamma Joan ha un ruolo di primo piano: “Io e mia mamma siamo legatissimi. È una persona importantissima, che ha fatto tutto per me. Se sono l’uomo che sono diventato oggi, lo devo tanto a lei. Mi guida nella giusta direzione in tutti gli aspetti della vita. Mi ha insegnato ad essere un uomo di parola, rispettoso, giusto. Quando guardo a come mi comporto, e penso di riuscire a seguire abbastanza bene i suoi insegnamenti, voglio solo ringraziarla per l’uomo che sono oggi”.