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Un’opera d’arte ispirata a Le Corbusier: le Case per Artisti sull’Isola Comacina di Pietro Lingeri
By Elena Sofia Moretti
L’Isola Comacina, l’unica isola del Lago di Como, è un luogo carico di fascino e storia. Situata sulla sponda occidentale del lago, ha vissuto numerose vicende storiche: dalle sue origini romane alla distruzione medievale, fino a divenire un polo per l’arte e l’architettura contemporanea. Tra i progetti più emblematici del suo sviluppo culturale nel XX secolo, spiccano le case per artisti progettate dall’architetto Pietro Lingeri.
Conosciuta in passato per il suo ruolo strategico-militare e politico, nel corso del Novecento l’isola si trasformò in un importante polo artistico. Nel 1919, il senatore italiano Giovanni Battista Giovio donò l’isola al Belgio come segno di gratitudine per il sostegno ricevuto durante la Prima Guerra Mondiale. Re Alberto I affidò quindi l’isola all’Accademia Reale di Belle Arti del Belgio, con l’intento di crearne un centro per la produzione artistica e culturale. Questa decisione favorì la creazione di un complesso architettonico destinato ad accogliere artisti.
Il regista di questo progetto fu Pietro Lingeri, nato nel 1894 a Bolvedro di Tremezzo, non lontano dall’Isola Comacina, nonché uno degli architetti più importanti del movimento razionalista in Italia. Influenzato dal Bauhaus e dalle avanguardie europee, Lingeri portò avanti un’architettura il cui fulcro coincide con la funzionalità e la chiarezza formale.
La commissione del progetto giunse nel 1933 e a Lingeri venne affidato l’incarico di progettare tre residenze temporanee per artisti belgi e internazionali in visita che fornissero loro un ambiente sereno e stimolante in cui lavorare. Il progetto rappresentava un’importante occasione per l’architetto, che ebbe modo di applicare i principi del razionalismo in un contesto unico, legando l’architettura contemporanea a un paesaggio ricco di storia.
Completate tra il 1939 e il 1940, le tre case progettate da Lingeri sono costituite da due blocchi cubici ciascuna, orientati per massimizzare la luce naturale e offrire una vista spettacolare sul lago. Per la loro realizzazione, Lingeri si ispirò alla “casa per vacanze” di Le Corbusier, costruita nel 1935 a La Palmyre-Les Mathes, in Francia. Rispetto al modello francese, però, le case sull’isola sono state progettate con dimensioni più contenute e si sviluppano su due livelli, con una chiara separazione funzionale tra l’area abitativa e gli spazi di lavoro artistico.
Lo studio, distribuito su due piani, è uno degli elementi centrali del progetto. Il piano superiore presenta una grande finestra a tutta altezza, dotata di imposte suddivise in sezioni per regolare la luce naturale in modo graduale. Questa soluzione tecnica consente di creare uno spazio flessibile e adatto alle esigenze luminose degli artisti. Inoltre, le ampie finestre rettangolari creano una continuità tra interno ed esterno, permettendo agli artisti di lavorare in un contesto strettamente connesso alla natura.
Le abitazioni sono inoltre caratterizzate dall’uso di materiali tradizionali, come la pietra e il legno, integrati con un linguaggio architettonico moderno e innovativo. All’interno, pavimenti, scale e infissi sono realizzati in legno di castagno, mentre le murature esterne sono in pietra di Moltrasio, proveniente dal lago. Le coperture sono realizzate con lastre di ardesia, richiamando ulteriormente la tradizione locale.
Il progetto gioca sul confine tra tradizione e modernità. Il rivestimento in pietra locale si fonde armoniosamente con il paesaggio circostante, mentre le linee essenziali e l’assenza di decorazioni riflettono l’aspirazione alla modernità.
Le case per artisti sull’Isola Comacina rappresentano un esempio perfetto dell’integrazione tra architettura e natura in cui Lingeri ha saputo rispettare e valorizzare il contesto naturale in cui le sue opere si inseriscono.
Queste case, oltre a essere luoghi di residenza e lavoro per artisti, diventano esse stesse opere d’arte, espressione di un’architettura che instaura un legame profondo con l’ambiente, al punto che l’isola, le case e il paesaggio sembrano costituire un unicum inscindibile, un dialogo continuo tra cultura e natura, tra antico e moderno.
Nonostante il valore architettonico e culturale, le case per artisti di Lingeri sono state per lungo tempo trascurate e non adeguatamente valorizzate. Negli ultimi anni, però, si è assistito a un rinnovato interesse verso queste opere, grazie anche a iniziative di restauro e valorizzazione promosse da enti locali e istituzioni. L’obiettivo è quello di riportare l’Isola Comacina e le sue case al centro del dibattito artistico, rendendo nuovamente l’Isola e le sue opere un punto di riferimento per artisti contemporanei e studiosi di architettura.
Il progetto di Lingeri per l’Isola Comacina rimane un modello di architettura razionalista, capace di unire tradizione e innovazione e di creare spazi in cui l’arte possa prosperare in armonia con la natura. Oggi, queste case sono un importante patrimonio culturale, simbolo della capacità dell’architettura di farsi veicolo di dialogo tra uomo e ambiente, tra passato e presente, mantenendo vivo il sogno di un’isola interamente dedicata all’arte e alla creatività.
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Bibliografia
Cavadini L., Il Razionalismo Lariano. Como, 1926-1944, Milano 1989, pp. 80-81Contessi G., Pietro Lingeri 1894-1968. La figura e l’opera (Atti della giornata di studio), Le case per artisti sull’Isola Comacina, 1995