
COMUNITà
Como 1907 supporta il progetto So-Stare e i ragazzi Fuori Classe
Nel cuore di Como, sport e impegno sociale si intrecciano in un progetto speciale, dove l’inclusione diventa realtà concreta e quotidiana. Como 1907, in collaborazione con la Fondazione Somaschi, dà vita a percorsi educativi e sportivi che mettono al centro i più giovani, soprattutto coloro che convivono con disabilità e passati conflittuali. Due in particolare sono i progetti che incarnano questa visione: Fuori Classe e So-Stare.


Fuori Classe nasce nel 2016 come una risposta concreta alle richieste provenienti dal mondo della neuropsichiatria infantile. È un progetto che non si limita ad affiancare esternamente l’attività sportiva, ma entra pienamente nel settore giovanile della società: Como 1907 è, infatti, l’unica squadra di calcio professionistica in Italia ad avere al proprio interno una squadra composta da bambini e ragazzi nello spettro autistico. È un progetto raro, costruito con professionalità e coraggio, che coinvolge ogni settimana circa 14 giovani in allenamenti strutturati non solo sul piano tecnico ma soprattutto relazionale ed emotivo. Gli allenatori, affiancati da psicologi ed educatori, lavorano sul potenziamento delle competenze sociali, sulla gestione delle emozioni e sulla valorizzazione del gruppo. Ogni venerdì diventa un appuntamento atteso, non solo per il momento sportivo ma anche per il rito del “recap” della settimana, condotto da Gabriele Barreca e dal resto del team professionale, in cui si condividono i successi della settimana e si assegna simbolicamente la fascia da capitano al ragazzo che si è particolarmente distinto. Un gesto che rafforza il senso di appartenenza e dà valore all’impegno personale.


Collegato a questo percorso, il centro educativo So-Stare rappresenta il presidio quotidiano della Fondazione Somaschi sul territorio. Attivo dal 2008 in Viale Varese, accoglie ogni giorno tra i 30 e i 35 minori dai 6 ai 17 anni, offrendo uno spazio di prevenzione primaria, accoglienza e accompagnamento educativo. Coordinato da Samuele Robbioni e da un’équipe multidisciplinare, il centro lavora in rete con scuole, servizi sociali e neuropsichiatrie del territorio. All’interno di So-Stare, bambini e adolescenti trovano un ambiente sicuro dove possono sperimentare sé stessi, apprendere, sbagliare e ripartire. Le attività sono molteplici: spazi laboratoriali, didattici, sportivi, culturali e consulenze psicopedagogiche.
Tra le attività più apprezzate, la Muay Thai rappresenta una proposta innovativa che coniuga disciplina, ascolto del corpo e lavoro sull’autostima. L’educatore Jonathan Tupputi spiega: “L’obiettivo è aiutare i ragazzi a prendere contatto con il proprio corpo. Molti di loro non hanno mai fatto sport e questa disciplina permette loro di mettersi alla prova, rafforzando l’autostima. Imparano a guardare l’avversario negli occhi, a rispettarne i tempi e la forza, a dosare la propria energia. Si lavora sul controllo, non sulla violenza. È un percorso educativo a tutti gli effetti”.


I ragazzi raccontano in prima persona cosa rappresenta per loro questa opportunità. Noah dice: “Mi fa sentire bene perché mi sfogo, imparo qualcosa su come difendermi”. E aggiunge: “Mi ha fatto imparare a regolare la forza, capire quando usarne di più o di meno. La cosa più difficile? Stare fermo!”, scherza. “Quella che preferisco è la simulazione di combattimento”. Sara, invece, ammette: “All’inizio avevo molti limiti, facevo fatica a tirare pugni e calci, avevo paura. Ma adesso, piano piano, mi sto sbloccando. Mi aiuta a controllare la rabbia. È un momento per me in cui posso sfogarmi senza farmi male”

Il legame tra Como 1907 e Fondazione Somaschi si è rafforzato nel tempo, grazie alla sensibilità e all’iniziativa di figure chiave. Saverio Meroni, responsabile della Comunità Educativa Annunciata, racconta: “Tutto è nato da un contatto tra Samuele Robbioni, che lavorava all’interno di Como 1907, e Fondazione Comasca. Avevamo ricevuto richieste specifiche dal settore della neuropsichiatria, così abbiamo partecipato a un bando che ci ha permesso di finanziare un coordinatore, un educatore e un allenatore per una squadra di bambini nello spettro autistico. Il Como ci ha creduto davvero: ci ha inseriti nella società sportiva, ci ha fornito il materiale tecnico e non ha fatto un passo indietro nemmeno quando il progetto sembrava concludersi”.

Il coinvolgimento delle famiglie è una componente fondamentale. Incontri, momenti di condivisione e supporto da parte di specialisti permettono ai genitori di uscire dall’isolamento e trovare spazi di confronto autentico. “Il grosso problema delle famiglie oggi è la solitudine” sottolinea Meroni. “Questi spazi aiutano a trovare gli specialisti giusti e a sentirsi meno soli. Solo l’incontro arricchisce: ti confronti con realtà diverse dalla tua”.
Ma a riassumere al meglio il senso profondo di tutto questo percorso sono le parole di Mister Vincenzo Saladino, che ogni settimana è in campo con i ragazzi: “È importante creare l’ambiente ideale per i ragazzi. Bastano quattro parole: incontro, ascolto, gratuità e creatività”.
Una filosofia semplice, concreta e potente. Perché in questi progetti, il calcio non è solo uno sport: è uno strumento di relazione, un gesto educativo, una possibilità per cambiare davvero le cose.
