
CALCIO
Da Bondy alle rive di Como: l’evoluzione di Jonathan Ikoné

Il viaggio di Jonathan Ikoné, dalla periferia di Parigi ai suggestivi paesaggi di Como, è una testimonianza della sua resilienza e della sua passione per il calcio. Nato il 2 maggio 1998 a Bondy, in Francia, Ikoné ha iniziato a giocare per strada, un’attività entusiasmante ma fonte di preoccupazione per i suoi genitori, a causa dei potenziali rischi. Riconoscendo il talento nascente del figlio, suo padre Bama prese l’iniziativa di indirizzarlo verso un contesto più strutturato. “Mio padre mi trovò una squadra e disse: ‘Vai lì e gioca, divertiti.’ Amava davvero il calcio,” ricorda Ikoné, sottolineando il ruolo fondamentale che suo padre ha avuto nella sua crescita.
L’ammirazione di Ikoné per le leggende del calcio era evidente sin da bambino. “Mi piacevano Ronaldinho, Robinho e anche Di María,” racconta, con un’affezione particolare per il Barcellona, influenzata soprattutto dal gioco incantevole di Ronaldinho. Questa passione si rifletteva nel suo stile in campo, caratterizzato da fantasia, agilità e creatività.
La sua carriera professionistica è cominciata al Paris Saint-Germain (PSG), dove ha mostrato sprazzi del suo potenziale. In cerca di maggiore continuità, ha vissuto un’esperienza in prestito al Montpellier HSC, affinando ulteriormente le sue qualità. Ma è stato il trasferimento al Lille OSC nel 2018 a rappresentare una svolta vera e propria. A Lille è stato un protagonista nella conquista del titolo di Ligue 1 nella stagione 2020–21, lasciando un segno indelebile nella storia del club.
Il richiamo del calcio italiano è arrivato nel gennaio 2022 con il passaggio alla Fiorentina. Nonostante alcuni momenti positivi vissuti a Firenze, il desiderio di avere un impatto più costante lo ha portato, nel gennaio 2025, ad aprire un nuovo capitolo: il Como 1907. Arrivato in prestito con diritto di riscatto, il trasferimento ha suscitato attenzione anche per il ruolo centrale dell’allenatore del club.

Cesc Fàbregas, allenatore del Como ed ex centrocampista di fama mondiale, aveva affrontato Ikoné da calciatore. Ripensando a quei confronti, Fàbregas ha raccontato: “L’ho affrontato da giocatore e mi è sembrato molto forte. Credo molto in lui…” La fiducia di Fàbregas è stata determinante nella decisione di Ikoné di trasferirsi a Como. “Ho parlato con Fàbregas e mi ha dato molta fiducia. Credo che condividiamo la stessa visione,” conferma Ikoné, evidenziando il rispetto reciproco tra i due.
Prosegue: “Sono felice di essere qui. C’è un bel gruppo e abbiamo un allenatore forte. Gli piace far giocare la squadra, e questo stile mi piace, quindi sono contento,” dice, apprezzando la coesione del gruppo.
Fuori dal campo, Ikoné è una persona tranquilla, quasi riservata. La sua routine pre-partita è immutabile. “Ascolto sempre musica e gioco a Royal Match,” racconta. “In questo periodo ascolto Bouss, un rapper francese. La canzone che ascolto prima delle partite è ‘Où je vais.’” Quando non si allena o è in viaggio, preferisce restare a casa. “Mi piace giocare alla PlayStation — NBA online con gli amici. Mi piacciono anche i massaggi in spa. Sto per lo più a casa.”
La sua passione per il basket è profonda. “La NBA è il mio sport preferito. Prima tifavo per Dallas. Il mio giocatore era Luka Dončić, ma è andato via. Ora non so se seguire lui o restare fedele alla squadra. Devo decidere.” E se non fosse diventato calciatore? “NBA — basket. Avrei fatto il playmaker o la guardia.”


Non ha ancora avuto modo di esplorare davvero Como. “Sono venuto una volta al lago — solo per un breve tour. Ho fatto un giro in barca e poi sono tornato a Firenze. Non ho visto molto,” ammette, ridendo. “Devo aspettare — ora fa freddo. Quando farà più caldo, sì. Voglio passeggiare e conoscere davvero la città.”
L’influenza della famiglia, in particolare del padre recentemente scomparso, resta un pilastro nella filosofia di vita di Ikoné. “Mio padre. È venuto a mancare da poco. È stato lui a farmi entrare nel mondo del calcio,” riflette, mostrando tutta la profondità del legame che li univa.
Il consiglio che porta sempre con sé? “Non mollare mai, lavora sodo. Ogni sforzo viene ripagato. Continua a spingere e datti i mezzi per riuscire.” Un messaggio ricevuto da tante persone: i genitori, i fratelli, persino il padre di Kylian Mbappé. “Sono una persona che ascolta. Prendo tutto — anche le cose negative — e cerco di capire cosa sia meglio.”


Lui e Mbappé sono cresciuti insieme. “Sì, ci ho giocato da piccolo. Anche lui è di Bondy, e suo padre era l’allenatore. Era fortissimo già da bambino, e si vede ancora oggi dal modo in cui gioca.” Si sentono ancora? “A volte ci scriviamo, ma lui gioca e io gioco, quindi non c’è molto tempo.”
Mentre Ikoné prosegue la sua avventura con il Como, la combinazione di esperienza, talento e determinazione lo rende una pedina fondamentale per le ambizioni della squadra. Con il sostegno di un allenatore che crede fermamente nel suo potenziale e un ambiente di squadra affiatato, il futuro si prospetta luminoso per questo talentuoso esterno offensivo.
