Salta al contenuto

COMUNITÀ

Da Como ad Accra: Calcio come linguaggio condiviso

Ci sono momenti in cui il calcio diventa qualcosa di più del calcio. Quando si stacca dai punti e dalla classifica, dimentica i riflettori dello stadio e i tabelloni pubblicitari, e torna alle sue origini: un pallone, uno spazio aperto, e un gruppo di ragazzi che vogliono solo giocare.

È proprio questo il tipo di calcio che hanno vissuto sette giocatori della Primavera del Como 1907 in Ghana. Niente pullman di lusso o campi in erba: solo terra rossa, gioia autentica e porte fatte di legno. Hanno viaggiato per oltre 4.000 chilometri, dalla tranquillità del Lago di Como al cuore pulsante di Accra.

In collaborazione con Sport Creates Memories, un’organizzazione no-profit che da anni usa il calcio come strumento di inclusione sociale in Africa, i giovani Lariani hanno trascorso otto giorni trasformativi allenandosi, giocando, ridendo e imparando in un luogo che ha dato tanto quanto ha ricevuto.

“Abbiamo imparato a non dare nulla per scontato”, ha raccontato il capitano della Primavera, Giuseppe Mazzaglia. “Abbiamo incontrato bambini che hanno pochissimo, ma che sanno godersi ogni secondo. Il momento più bello? Giocare a calcio con loro. Quella gioia… era ovunque.”

Ma non si è trattato solo di un’iniziativa simbolica. È stato un investimento concreto. Insieme, Como 1907 e Sport Creates Memories hanno lanciato un campionato di calcio giovanile che coinvolge dieci comunità, con la creazione di nuove squadre, la fornitura di attrezzature e il supporto tecnico. I club non portano il nome di grandi squadre europee o calciatori famosi: portano il nome di casa. SCM Laglio, SCM Bellagio, SCM Torno, SCM Brunate, SCM Menaggio, SCM Cernobbio, SCM Tremezzo. Esportazioni simboliche del Lago di Como nel suolo ghanese.

Laura Juul Hansen, co-fondatrice di Sport Creates Memories, ha riassunto lo spirito dell’iniziativa con parole semplici ma forti: “Sono così orgogliosa che, con Como 1907, abbiamo il primo club europeo venuto fin qui—non solo per visitare, ma per costruire. Per condividere ciò che ha. Quello che lasciano non sono solo ricordi: è un futuro.”

E non si è trattato solo di calcio. I ragazzi hanno esplorato mercati locali, assaggiato piatti ghanesi, si sono immersi  nella cascata di Oboadaka e hanno partecipato alle lezioni, affiancando gli insegnanti nelle scuole.

“C’è stato un momento,” ha ricordato un giocatore, “in cui un bambino è corso a casa gridando: ‘La squadra del Como è venuta a vedermi giocare oggi’. È lì che abbiamo capito—non eravamo più ospiti. Eravamo parte di qualcosa.”

Per questi ragazzi, è un viaggio che resterà impresso a lungo, anche dopo la fine della stagione. Ma per Como 1907 è qualcosa di ancora più grande: la realizzazione di una filosofia più ampia.

“Questo progetto dimostra come il calcio possa essere uno strumento di crescita, inclusione e dialogo interculturale,” ha dichiarato Camilla Veronelli, Head of Community Relations and Fan Development del Como 1907. “Non si tratta solo di formare calciatori migliori. Si tratta di formare persone migliori. Questa è la nostra missione.”

Dalla quiete del Lago di Como al battito vivo di Accra, è nato un nuovo legame—non fondato su contratti o titoli di giornale, ma su scarpe infangate e sogni condivisi.

E in qualche tranquillo pomeriggio in Ghana, quando i bambini allacceranno gli scarpini per giocare nel campionato che porta il nome di un paese che non hanno mai visto, ricorderanno che una squadra di calcio arrivata da oltre il mare è venuta a giocare con loro, ad ascoltarli, e soprattutto—a credere in loro.