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PROFILO DEL GIOCATORE

Gabriel Strefezza: L’intervista

Nella vivace città di San Paolo, un giovane Gabriel Strefezza si è fatto strada nelle prestigiose giovanili del club brasiliano Corinthians. Nel 2016, a 18 anni, il suo percorso calcistico lo ha riportato nella patria dei suoi bisnonni, l’Italia, con un trasferimento alla SPAL.

Dove tutto ha avuto inizio

Se oggi vediamo Gabriel Strefezza fare a pezzi le difese in campo, è soprattutto grazie a suo nonno, di cui ha un ricordo molto bello:  “Da quando avevo otto anni, mio nonno mi accompagnava a tutte le partite e agli allenamenti perché i miei genitori lavoravano entrambe. Era sempre al mio fianco e mi ha sostenuto per tutta la mia carriera fino alla fine. Era sempre calmo e molto amichevole, mi considero proprio come lui”.

Tempo di crescere 

All’età di 18 anni, Gabriel ha lasciato il comfort della sua casa in Brasile per unirsi alle file della squadra giovanile della SPAL senza parlare l’italiano: “Quando sono arrivato parlavo solo portoghese. Ho impiegato circa un anno e mezzo per imparare la lingua. È stata dura, ma i miei compagni di squadra mi hanno aiutato molto. Mi hanno insegnato la lingua, la cultura e mi sono adattato rapidamente soprattutto al cibo. Devo dire che vado pazzo per la carbonara (ride)”.

Un pasto a Casa Strefezza

Con l’aiuto di sua madre al telefono, Gabriel è passato dalla cucina di sopravvivenza alla preparazione dei suoi piatti brasiliani preferiti a casa: “Ho iniziato con cose facili come la pasta, il pollo e le uova, chiamavo mia madre e lei mi spiegava tutto. Alla fine ho imparato a preparare anche piatti brasiliani come il riso con i fagioli e la picanha. Credo di fare anche un’ottima pizza. È stato bello imparare così giovane, è qualcosa che posso condividere anche a casa con mia moglie”.

Un uomo di famiglia

A 26 anni Gabriel si considera fortunato con la sua famiglia di cinque persone: sua moglie, con cui sta insieme da 11 anni, Larissa, Manuela di nove anni, Madalena di due anni e naturalmente il suo cane Sofi che considera la sua terza figlia. “Quando mia moglie e la mia figlia maggiore sono arrivate in Italia dopo un paio d’anni che ero qui, è stato come se fossi diventato di nuovo completo”.

Realizzare i sogni

Finalmente affermatosi nel mondo del calcio e nel suo nuovo Paese, Gabriel ha potuto realizzare un altro sogno personale, quello di portare suo nonno in Italia: “È stato un sogno che si è realizzato per lui visitare il Paese dei suoi genitori. Gli ho fatto mangiare la pizza italiana, cosa che ha sempre voluto fare. È stato bellissimo. Pochi mesi dopo è morto per problemi cardiaci, sono contento di aver vissuto i nostri sogni.

Essere sempre il migliore 

La forza di volontà e la disciplina di Gabriel si riflettono nei suoi eroi personali. Per quanto riguarda il calcio, Cristiano Ronaldo occupa un posto speciale nel cuore del brasiliano in quanto è stato il suo giocatore preferito da bambino. Al di fuori del calcio, ammira molto la mentalità vincente di Michael Jordan: “Recentemente ho guardato ‘The Last Dance’. In uno degli episodi ha detto una cosa che mi è rimasta impressa, ovvero che se giochi con lui devi sempre dare il massimo, tutti devono dare il massimo. Ha trasmesso questa mentalità vincente alle persone che lo circondavano”.

Un nuovo capitolo a Como… prime impressioni?

“Mia moglie e le mie figlie hanno girato la città due o tre volte e gli è piaciuta molto. Ho anche chiamato Cassandro quando ho ricevuto l’offerta, visto che era mio compagno di squadra al Lecce, e mi ha detto cose molto positive su Como, che è un posto bellissimo. Finora sono stato in un ristorante brasiliano chiamato Beija Flor, ci sono molti negozi in giro e il centro città è molto bello. Non vedo l’ora di esplorare meglio una volta che mi sarò sistemato”.

Oltre il calcio? Il gioco come passatempo 

Oltre a passare del tempo con la sua famiglia, Strefezza è anche un grande fan del videogioco Call Of Duty. Infatti, non vede l’ora di giocare con i suoi nuovi compagni di squadra: “Mi piace giocare a Call Of Duty sulla mia PlayStation. Metto da parte del tempo per giocarci, mia moglie lo sa. Ho sentito dire che Baselli è molto forte in questo gioco, non sono sicuro di poterlo battere (ride)”.

I rituali del giorno della partita

“Prima delle partite, e ovunque, ascolto sempre musica evangelica brasiliana. Per il resto sono abbastanza superstizioso, ad esempio nell’ultima partita (con la Ternana) ho segnato un gol, così ho messo da parte i calzini che indossavo, ci ho fatto un segno e, dopo averli lavati, ho chiesto all’addetto al kit di rimettere gli stessi calzini nello spogliatoio per la partita successiva. Oppure le scarpe che uso in partita non le uso in allenamento”.