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CALCIO

La Grande Intervista: Blu Si Siede con Alessio Iovine

Per Alessio Iovine giocare per il Como 1907 è molto più di una professione: è la realizzazione di un sogno d’infanzia radicato nell’amore per la squadra della sua città. Nato a Como nel 1991, la storia di Iovine si intreccia con quella del Como 1907 e della città stessa. Dagli esordi nel settore giovanile fino a diventare una figura centrale nel recente ritorno in Serie A del club, il percorso di Iovine merita di essere celebrato.

La sua avventura calcistica inizia a soli nove anni quando viene selezionato dal vivaio del Como e culmina con le emozioni della promozione in Serie A passando dai dolori di una tripla retrocessione. Il club, allora alle prese con difficoltà finanziarie e sportive, aveva perso il prestigio di un tempo. A quattordici anni, Iovine è quindi costretto a lasciare Como e trascorre gli anni successivi perfezionando il suo talento nelle serie minori italiane, militando in squadre come l’Olginatese, la Pergolettese, il Renate e la Giana Erminio.

Nell’estate 2019 arriva la chiamata del Como, un momento che Iovine descrive come rivoluzionario. Il Como, all’epoca in Serie C, era in cerca di un nuovo slancio e per Iovine non si trattava solo di un contratto, ma di un’opportunità per realizzare un sogno d’infanzia. “Quando il Como mi ha chiamato, ho capito che quello era il posto per cui ero destinato.” ha dichiarato.

Il suo impatto si è fatto sentire immediatamente. Iovine ha infatti avuto un ruolo cruciale nelle due promozioni del Como, prima verso la Serie B e, più recentemente, verso la Serie A.

Il suo percorso calcistico con la maglia del Como 1907 è ricco di momenti decisivi, come l’indimenticabile partita contro l’Alessandria che ha sancito la promozione in Serie B dei Lariani. Il debutto in Serie A contro il Cagliari, con la fascia da capitano al braccio, è stato un altro apice emozionante. “Quel giorno è stato il culmine di tutto ciò per cui ho lavorato,” ha spiegato. “È stato un momento di orgoglio non solo per me, ma per tutti coloro che hanno fatto parte di questo viaggio.”

Fuori dal campo, Iovine rimane un orgoglioso ambasciatore della città di Como. Oggi, da padre, ama condividere la bellezza della sua città con il figlio. Il suo amore per Como va oltre il calcio: è parte integrante della sua identità.

Per saperne di più sulla sua carriera e su cosa rappresenta Como per Alessio Iovine, BLU ha recentemente colto l’occasione per parlarne direttamente con lui.

Ora che ti stai avvicinando alle 150 presenze, ti saresti mai immaginato di raggiungere questo traguardo nel 2019, quando sei arrivato per la prima volta al Como? 

Sinceramente, no. Dire il contrario non sarebbe la verità. È sicuramente motivo di grande orgoglio per me, soprattutto considerando il percorso che abbiamo fatto. Fortunatamente, ci sono stati più momenti belli che difficili, quindi questo traguardo è davvero qualcosa di speciale per me.

Nel 2002 eri un raccattapalle a bordo campo durante la partita della promozione in Serie A. Nel 2024, sei stato uno dei protagonisti di un’altra storica promozione. Cosa si prova ad averle vissute entrambe?

Ero presente in entrambe le occasioni, ma in ruoli molto diversi. È qualcosa di doppiamente emozionante per me. Ho ricordi vividi di ventidue anni fa. All’epoca, da bambino, tutto sembrava più magico. È stata un’esperienza incredibile in una città così ricca di passione. È stata una promozione storica e, per noi del settore giovanile, fu un momento di immensa gioia. Sono felice che, pochi mesi fa, io e i miei compagni siamo riusciti a realizzare lo stesso sogno — questa volta da protagonisti sul campo. È stato bellissimo, difficile e stressante. Ma quando raggiungi un obiettivo così importante attraverso i sacrifici, tutto diventa ancora più gratificante.

Che consiglio daresti ai ragazzi del settore giovanile?
Sinceramente, mi è difficile dare consigli —non voglio dire qualcosa di scontato. Per esperienza personale, ho sempre cercato di andare avanti e di concentrarmi sul divertirmi. È un’idea semplice, ma anche la più difficile da mettere in pratica.

La gioia che ho provato giocando a calcio e passando del tempo con i miei compagni è sempre stata più forte di tutto il resto. Questo mi ha aiutato a mettere da parte altri problemi e a concentrarmi sugli allenamenti. È  proprio nel fallimento, nelle sconfitte e nei momenti difficili che bisogna lavorare di più, continuare a migliorare e non mollare. È attraverso il duro lavoro che si migliora e si va avanti. Questo è il mio consiglio.

Come si è evoluta la squadra da quando sei arrivato?
In questi cinque anni l’evoluzione è stata enorme, dentro e fuori dal campo. Il confronto tra dove siamo partiti e dove siamo arrivati è come il giorno e la notte. È entusiasmante, perché ti motiva a continuare a migliorare. 

Una cosa che ho sempre detto nel corso degli anni è che i risultati positivi della squadra e le nostre scalate sono andati di pari passo con i miglioramenti delle strutture, dello staff e della gestione. Quando il club ha iniziato a performare bene, abbiamo anche coinvolto sempre di più la comunità e i tifosi e questo ha portato a un miglioramento collettivo.

Questo aspetto ora emerge ovunque: nuovi Como Club, più tifosi e un entusiasmo crescente. Per noi giocatori, dare tutto sul campo e sentire quel supporto è una delle cose migliori che potremmo desiderare.

Per molti anni hai tifato il Como dalla curva. Qual è la partita che ricordi con più affetto?

Se dovessi scegliere, la partita migliore è stata la finale dei playoff di Seconda Divisione Lega Pro (la vecchia Serie C2) ad Alessandria, che ci riportò in Serie C1.
È stato incredibile. Eravamo sfavoriti, senza il vantaggio del campo, ma abbiamo comunque vinto. Ero in curva, non al Sinigaglia, ma ad Alessandria e ricordo di aver festeggiato con tutti i giocatori che vennero nella nostra curva. Tra loro c’era Malatesta, che oggi è il nostro preparatore dei portieri. Ogni tanto ci capita di ricordare quella partita. Avevo poco più di diciotto anni, quindi per me fu un momento particolarmente emozionante. Quella partita resterà sempre nel mio cuore.

Quando hai bisogno di tranquillità, c’è un posto a Como dove vai per rilassarti?

Sinceramente, direi che il lungolago è il posto più bello e rilassante. Il panorama è spettacolare e il fatto che sia vicino allo stadio lo rende ancora più speciale.

Qualcosa che la gente potrebbe non sapere su Alessio Iovine?

Ormai molti sanno che amo i manga giapponesi. Per me sono una vera via di fuga —un modo per staccare dai pensieri della giornata, dal calcio, dal lavoro e dalla famiglia e lasciare che la mente vaghi.

Sono anche un grande appassionato di altri sport, come l’NBA e il basket europeo e vado matto per la Formula 1. Mi sveglio alle 5 o alle 6 del mattino per guardare i Gran Premi.

Come è cambiata Como da quando eri bambino ad oggi?

Mi sembra che sia diventata una città molto più orientata al turismo, offrendo più opportunità alle persone che vengono in visita di fermarsi qualche giorno, godersi il lago e visitare i monumenti storici di Como. Oggi sembrano esserci più opzioni per i turisti e, negli ultimi anni, con le visite di alcuni personaggi famosi, la visibilità di Como è cresciuta significativamente. Questo è un aspetto molto positivo, a mio parere, perché, pur essendo una città molto più piccola rispetto ad altre famose destinazioni italiane, Como offre davvero tanto—sia in termini di gastronomia, intrattenimento, che di luoghi da visitare, come il Duomo, ad esempio. A Como i visitatori possono scoprire cose nuove.

Ora che il club è conosciuto all’estero e tutti conoscono il Lago di Como, è incredibile pensare che tutto il mondo riconosca la squadra di calcio di Como e sappia dove si trova. Credo che il club abbia fatto un lavoro fantastico in termini di visibilità e di legame con il territorio. Fin dall’inizio, la società ha lavorato duramente per connettersi con la comunità. Hanno proposto tante iniziative positive, anche durante il COVID. Ora tutti parlano di Como e dobbiamo continuare su questa strada, migliorando ulteriormente e portando sempre più persone a visitare la città.

Per me, che sono del posto, è motivo di orgoglio. Il club ha contribuito molto e spero che, in futuro, possiamo ottenere ancora di più.

A proposito di turismo… qual è il posto migliore per prendere un gelato qui?

Gelateria Lariana, un ottimo gelato con una location perfetta per una passeggiata lungo il lago.

E il tuo negozio di fumetti preferito? 

Da quando ero bambino, sono sempre andato al negozio di Cantù. Graziano, il proprietario, è diventato un amico ormai.

Ristoranti preferiti?

Il miglior ristorante per me sarà sempre “Sottovoce” in Piazza Cavour, ma adoro anche Piazza Mazzini, che non è solo la piazza più bella di Como, ma è anche ricca di ristoranti e bar molto accoglienti.

Con 150 presenze all’orizzonte, Iovine incarna la dedizione e l’attaccamento a un club che rappresenta molto più di una squadra per lui. La sua storia parla di impegno, amore per il calcio e un legame autentico con la sua città natale, un connubio che lo ha reso un pilastro dentro e fuori dal campo.