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CALCIO

Máximo Perrone, il metronomo

Máximo Perrone, il metronomo lariano

C’è una bussola che fa girare il Como 1907 come un orologio svizzero, Máximo Perrone. Il centrocampista argentino, arrivato la scorsa estate in prestito dal Manchester City, sta riscrivendo le gerarchie del reparto disegnato da Cesc Fàbregas.

Nella vittoria di domenica 13 aprile contro il Torino per 1‑0, Perrone ha completato 58 passaggi su 60, con uno strabiliante 97 % di precisione.

“A dire la verità, non gioco pensando alle statistiche. Sono numeri che scopro sempre dopo”, commenta Màximo, “Credo che molto di quello che faccio nasca dall’istinto. Mi piace giocare seguendo ciò che sento e come si sviluppa la partita. Detto questo, ci sono sicuramente situazioni in cui devi affidarti al ragionamento: in alcune zone del campo, agire solo d’istinto può essere rischioso, e serve maggiore attenzione. Ma in generale, direi che l’istinto ha un ruolo fondamentale.”

Quel pomeriggio nessuno ha toccato più palloni né percorso più chilometri (11,5) del classe 2003. Al 37’ un suo filtrante per Diao ha innescato l’azione che Vojvoda e Douvikas hanno trasformato nel’1‑0 definitivo. Verticalizzazioni che Perrone effettua spesso in partita e su cui lavora quotidianamente in allenamento.

“Lavoro tanto su questi aspetti con uno dei membri dello staff che si occupa di preparazione individuale.”, spiega Perrone. “Guardiamo molti video di situazioni di gioco, ed è un aiuto importante. Ci concentriamo in particolare sulla percezione: essere consapevole di cosa succede attorno a te prima di ricevere palla. Con il mister, poi, nel sistema che utilizziamo e nel modo in cui ci muoviamo, quando ricevi palla hai sempre tre o quattro opzioni di passaggio. E questo rende tutto molto più semplice.”

Su scala stagionale l’ex Vélez continua a impressionare: 935 passaggi completati su 1.029 (90,9 %), quarto miglior dato tra i centrocampisti di Serie A. Ma non si tratta di sterile palleggio, le sue imbucate hanno creato 22 occasioni da tiro e portato a 2 assist. Ed a soli 22 anni, non teme di guidare un reparto cosi importante.

“Non sento pressione. È un ruolo che ricopro da tanto tempo e in cui mi sento completamente a mio agio.”, spiega.

Nella recente trasferta di Monza, entrando dalla panchina, Perrone ha firmato un primato che mancava dai tempi dell’ex centrocampista ivoriano leggenda del Manchester City, Yaya Touré: oltre 50 passaggi completati e almeno 3 occasioni create in meno di 30 minuti. Lampi che raccontano la sua capacità di cambiare volto ad una gara semplicemente con i suoi passaggi. “Il segreto è che ho attorno a me giocatori molto forti. Quando giochi con compagni di qualità, tutto diventa più naturale.”

Dati alla mano, il suo contributo difensivo è ugualmente concreto: 71 % di tackle vinti (23/32) e circa 167 palloni recuperati, otto ogni novanta minuti.

“Penso che una delle fasi più complicate di una partita sia quando cambia l’inerzia. Come squadra stiamo migliorando, ma dobbiamo crescere ancora.
In quei momenti, è importante rallentare il gioco, sia in fase difensiva sia quando recuperi palla. L’obiettivo è fermare l’onda dell’avversario e provare a riprendere il controllo della gara.”, spiega Perrone.

Nel 4‑2‑3‑1, che a necessità diventa 4‑3‑3, disegnato da Fàbregas, Perrone è l’equilibratore che permette di schierare quattro giocatori offensivi senza perdere compattezza. Corre, imposta, recupera e fa da metronomo. Il futuro del centrocampo lariano è già qui, parla con accento argentino e risponde al nome di Máximo Perrone.