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STORIA DEL CLUB 2009-2022

La promozione in Serie B e un nuovo inizio con SENT Entertainment

Il Como disputa sei stagioni in Serie C, dal 2009 al 2015, prima sotto la presidenza di Antonio di Bari e Amilcare Rivetti, poi, dal 2012, con Pietro Porro al timone della società. Dopo tre stagioni dall’arrivo del nuovo presidente, sotto la guida dell’allenatore Carlo Sabatini il Como vince i playoff, dopo aver concluso il campionato al quarto posto, anche grazie al contributo di uno scatenato Simone Andrea Ganz, autore di ben 18 reti. La stagione seguente in Serie B, però, si rivela del tutto deludente: il Como non riesce mai a staccarsi dall’ultima posizione in classifica, dalla prima all’ultima giornata, pur cambiando tre allenatori e utilizzando 41 giocatori.

Con la retrocessione arriva anche la bancarotta, nonostante il curatore fallimentare Francesco De Michele e l’allenatore Fabio Gallo riescano comunque a portare il club a un insperato settimo posto in classifica. Il Como viene acquistato all’asta da Akosua Puni Essien, che cambia il nome del club in FC Como.

A causa della mancata ammissione al campionato seguente, nella stagione 2017/18 l’FC Como è costretto a ripartire dalla Serie D. Il 4 aprile 2019, poi, il club viene acquistato dalla società inglese di media e intrattenimento SENT Entertainment Limited, che ancora oggi ne è la proprietaria. Fin da subito, SENT punta a sviluppare una solida struttura societaria e a garantire al Como 1907 stabilità finanziaria e investimenti, infrastrutture nuove, attenzione al settore giovanile, allo stadio e, ovviamente, alla prima squadra. La prima stagione della nuova proprietà si conclude nella maniera migliore, con la vittoria della Serie D, con tanto di record storico di punti, e la promozione in serie C.

La stagione 2020/21 vede il Como 1907 partire con grandi aspettative. Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, la squadra dà il massimo e i suoi sforzi vengono premiati: il club vince il campionato e viene promosso in Serie B.

La squadra continua ad attraversare un momento magico nel corso delle stagioni 2021/22 e 2022/23 in Serie B. Quest’anno, ogni singolo membro del club è concentrato su un unico obiettivo: realizzare il prossimo grande sogno.

Testimonianze

“Qual è lo stadio più bello del mondo?” – chiesero a Gianni Brera – “Il Giuseppe Sinigaglia di Como, perché è collocato nel posto più bello del mondo”
Il Sinigaglia, mi ha sempre dato una spinta emotiva. Sono sempre stato legato a questa società, perché nel Como sono anche cresciuto come uomo, ecco spiegato tanto affetto.
Contro il Verona feci il passaggio gol a Cappellini, ricordo che urlai come un matto. Vent’anni dopo tornai ad allenare il Como, perché per me, il Como è sempre il Como.
Como è gran parte della mia vita

Cronologia

1907-1926
1927-1945
1946-1953
1954-1975
1976-1989
1990-2009
2009-2023

1907-1926

Origini e primi campionati

La prima partita di calcio giocata a Como fu disputata nella primavera del 1906 in riva al lago, e vide impegnata la squadra del vicino “Circolo Canottieri Lario” contro una selezione di custodi e nativi americani del celebre circo di Buffalo Bill, che in quei giorni aveva montato il tendone proprio sul terreno su cui diversi anni dopo sarebbe stato costruito il Sinigaglia.

Il match fu arbitrato dal colonnello William Cody, ovvero Buffalo Bill in persona, e si concluse con un pareggio. Tuttavia riuscì a suscitare la curiosità di alcuni appassionati, che nel maggio 1907 decisero di fondare il Como Football Club.

Il 1° ottobre 1911 fu inaugurato il primo campo ufficiale, in via dei Mille, e in virtù della presenza di una tribuna per i tifosi la squadra poté iscriversi al campionato di Promozione nella stagione 1912/13. L’anno seguente, l’arrivo dell’attaccante della Nazionale Gustavo Carrer segnò l’inizio dell’era del professionismo per il club, che ottenne la promozione in Prima Categoria, l’equivalente dell’attuale Serie A.

Malgrado la sospensione dei campionati durante la prima guerra mondiale, a Como non si spense l’entusiasmo per il calcio. La squadra rimase in Prima Categoria e disputò epici derby contro l’Esperia, l’altra selezione cittadina.

Nel 1922 il club conobbe problemi economici, e nonostante il primo posto nel proprio gruppo di Prima Divisione e il terzo posto nel gruppo finale, non poté partecipare ai playoff per il titolo, venendo anzi retrocesso in Seconda Divisione.

1927-1945

Il Como degli Invincibili

Nel 1926 le autorità costrinsero il Como e l’Esperia a unirsi per formare un unico club, l’Associazione Calcio Comense. La nuova squadra, guidata da Gustavo Carrer, cominciò dalla Prima Divisione, e il 30 luglio 1927 il principe Umberto di Savoia inaugurò il nuovissimo stadio Sinigaglia, dove ancora oggi il Como 1907 gioca le sue gare casalinghe.

Nel 1931, con l’ungherese Gedeon Lukacs in panchina, il club si aggiudicò la Prima Divisione e la promozione in Serie B senza perdere neanche una partita, un record ancora oggi ineguagliato.

La squadra rimase in Serie B fino al 1935 sotto la guida di Adolfo Baloncieri e poi di Cevenini III, ma a seguito di nuovi problemi economici fu retrocesso in Promozione nel 1936. Il nome Comense fu abbandonato, e il club divenne l’Associazione Calcio Como.

La seconda guerra mondiale fermò il campionato ma non la voglia di giocare a calcio, e così il Como, oltre a rimanere in Serie C, si aggiudicò il Torneo Lombardo nel 1945, davanti a Inter e Milan.

1946-1953

La Serie A e il Grande Como tutto italiano

L’arrivo dell’allenatore Eraldo Monzeglio nel 1946 portò uno stile di gioco molto più votato all’attacco, oltre a una rivoluzione del settore giovanile, che da allora in poi divenne il fiore all’occhiello degli Azzurri. Dopo Monzeglio, a sedersi in panchina fu Mario Varglien, che applicò a Como il cosiddetto “Sistema”, un modo di giocare in grado di garantire bel gioco e risultati. La squadra di Varglien chiuse al primo posto il campionato di Serie B, guadagnandosi la promozione in Serie A con diverse giornate di anticipo.

L’anno successivo, gli Azzurri furono la rivelazione del torneo, concludendo la stagione al sesto posto e ottenendo così il miglior piazzamento della loro storia. A distinguersi furono soprattutto il capitano Stua, Travia, Rabitti, Lipizer, Pedroni, Maesani e Ghiandi, pedine fondamentali dell’unica squadra in tutta la Serie A composta soltanto da calciatori italiani. Un gruppo coeso dentro e fuori dal campo, formato da giocatori che disputarono insieme ben quattro stagioni consecutive in Serie A.

Nel campionato 1950/51 la squadra si piazzò all’ottavo posto, battendo l’Inter di Lorenzi e pareggiando con il Milan del celebre trio Gre-No-Li, che quell’anno avrebbe vinto lo scudetto. Ma l’impresa più eclatante degli Azzurri fu il netto 0-3 rifilato alla Juventus di Boniperti a Torino, che si guadagnò le prime pagine di tutti i quotidiani e i settimanali sportivi.

Nel 1951 Varglien lasciò l’incarico, e la squadra terminò il campionato al dodicesimo posto. La stagione 1952/53 vide la retrocessione del Como in serie B, con Roberto Winkler in panchina.

1954-1975

Il Como di Meroni e il ritorno in Serie A

Il Como restò in Serie B per dieci stagioni, dal 1953 al 1963, sfiorando diverse volte la promozione sotto la guida dell’allenatore Lamanna. Il giocatore simbolo di quell’epoca fu Giuseppe Baldini, che nel 1961 appese le scarpette al chiodo e indossò la tuta da allenatore, accomodandosi sulla panchina del Como fino al 1963.

La stagione 1960/61 vide il debutto del diciottenne Gigi Meroni, il talento più puro ad aver mai indossato la maglia degli Azzurri. Prodotto del vivaio del club, questo calciatore versatile e imprevedibile era destinato a fare la storia del calcio italiano, ma morì tragicamente in un incidente a soli 24 anni. Ancora oggi, chiunque indossi la maglia numero 7 degli Azzurri sa che quella è la maglia di Gigi.

Nel 1963 la squadra fu retrocessa in Serie C come punizione per aver utilizzato Paolo Bessi in cinque gare nonostante fosse squalificato. La città di Como fu costretta ad attendere fino al campionato 1967/68 per rivedere una promozione in Serie B, con Franco Viviani in panchina.

Le due stagioni successive in Serie B furono eccellenti, ma il vero punto di svolta fu la stagione 1971/72, con l’arrivo del direttore sportivo Giancarlo Beltrami e dell’allenatore Eugenio Bersellini. La squadra “B-B”, come fu soprannominata dai tifosi, raggiunse subito ottimi risultati, arrivando a un passo dalla promozione.

Nel 1973 un’altra grande rivoluzione: Pippo Marchioro prese la guida della squadra e portò con sé una mentalità tutta nuova, trasformando il Como in una sorta di laboratorio di calcio sperimentale.

Il team mise in pratica le prime rudimentali nozioni di schemi a zona, mentre i giocatori venivano seguiti costantemente da uno psicologo che fungeva anche da motivatore, e il portiere Antonio Rigamonti cominciò a battere tutti i rigori. L’esperimento del Como catturò l’attenzione dei media e riscosse subito grandi risultati: guidata da un ventenne Marco Tardelli, un’altra scoperta di Giancarlo Beltrami, la squadra conquistò la Serie A nel 1975, dopo un epico scontro con il Verona all’ultima giornata di campionato.

1976-1989

Doppi salti e i leggendari anni ’80

Dopo 22 anni il Como era finalmente tornato in Serie A, ma senza le sue stelle (Marchioro e Tardelli). Il club chiuse al sesto posto il campionato 1976/77, ma poi, inaspettatamente, nel giro di due anni si ritrovò di nuovo in Serie C. Marchioro fu richiamato in panchina e non deluse le aspettative, ottenendo una spettacolare doppia promozione nei due anni successivi e riportando così il Como nella massima serie.

Nel 1980/81 la squadra partecipò anche alla Mitropa Cup, chiudendo al primo posto a pari punti con una squadra cecoslovacca e una ungherese, senza tuttavia aggiudicarsi il torneo per via della differenza reti. Il Como disputò una buona stagione in Serie A, e il presidente Beretta cominciò a fare grandi piani per il campionato successivo, ma le cose non andarono come sperato: dopo l’esonero di Marchioro, la squadra tornò in Serie B. La stagione 1982/83 fu insolita per il campionato cadetto, per la presenza di squadre blasonate come Milan e Lazio, ma il Como riuscì a classificarsi terzo, a pari merito con Catania e Cremonese.

Purtroppo, però, ai playoff si impose il Catania. Ma l’anno successivo il nuovo presidente Benito Gattei mise insieme una squadra molto forte, che conquistò subito il ritorno nel massimo campionato sotto la guida di Tarcisio Burgnich. Il Como rimase in Serie A per cinque stagioni, dal 1984 al 1989, disputando ottimi campionati e lanciando giovani promesse che avrebbero fatto la fortuna di diversi club di prestigio. In panchina si susseguirono molti allenatori (Ottavio Bianchi, Emiliano Mondonico, Rino Marchesi, Aldo Agroppi), dando ognuno la sua impronta di gioco alla squadra ma preservando sempre quel tocco giovanile per cui il club era conosciuto e rispettato.

1990-2009

L’era Preziosi, la bancarotta, e il ritorno nel calcio che conta

Dal 1990 al 2001 la squadra disputò dieci stagioni in Serie C, interrotte solo dall’annata 1994/95, in cui il Como giocò in Serie B dopo aver conquistato la promozione battendo la Spal ai playoff a Verona. Anche il quel caso ci fu lo zampino di Marco Tardelli, tornato a Como come allenatore. Appena un anno dopo, però, Tardelli lasciò l’incarico a seguito della retrocessione della squadra, andando ad allenare la Primavera dell’Inter.

Il team tornò in Serie B nel 2000/01, una promozione fortemente voluta dal presidente Enrico Preziosi, dopo che per tre anni era stato mancato l’obiettivo. Tornata in Serie B, la squadra guidata dal coach Loris Dominissini e trascinata in campo da Lulu Oliveira riuscì nell’impresa della doppia promozione, qualificandosi al massimo campionato.

Ancora una volta il Como aveva fatto la storia, diventando l’unica squadra italiana ad aver ottenuto per due volte una doppia promozione fino alla massima serie. Ma la tredicesima stagione disputata in Serie A (quella 2002/03) partì subito male, macchiata dalla cessione di Oliveira e dal rapporto problematico tra il presidente Preziosi e il sistema calcio italiano. La retrocessione sembrò quasi inevitabile, insieme alla partenza di Preziosi.

Negli anni seguenti, nuovi problemi finanziari impedirono al club di schierare una squadra competitiva, e il Como conobbe di nuovo dolorose retrocessioni fino alla Serie C.

Ma le difficoltà non erano finite, e il club, dopo essere finito in bancarotta, ripartì da zero in Serie D nella stagione 2005/06. I primi due anni furono complicati, ma poi il Como ottenne ancora una doppia promozione, prima con il tecnico Ninni Corda nel 2007/08 (anno in cui il club si aggiudicò anche la Coppa Italia Serie D), e poi di nuovo con Stefano Di Chiara nel 2008/2009, dopo la doppia finale playoff contro l’Alessandria.

2009-2023

La promozione in Serie B e un nuovo inizio con SENT Entertainment

Il Como disputa sei stagioni in Serie C, dal 2009 al 2015, prima sotto la presidenza di Antonio di Bari e Amilcare Rivetti, poi, dal 2012, con Pietro Porro al timone della società. Dopo tre stagioni dall’arrivo del nuovo presidente, sotto la guida dell’allenatore Carlo Sabatini il Como vince i playoff, dopo aver concluso il campionato al quarto posto, anche grazie al contributo di uno scatenato Simone Andrea Ganz, autore di ben 18 reti. La stagione seguente in Serie B, però, si rivela del tutto deludente: il Como non riesce mai a staccarsi dall’ultima posizione in classifica, dalla prima all’ultima giornata, pur cambiando tre allenatori e utilizzando 41 giocatori.

Con la retrocessione arriva anche la bancarotta, nonostante il curatore fallimentare Francesco De Michele e l’allenatore Fabio Gallo riescano comunque a portare il club a un insperato settimo posto in classifica. Il Como viene acquistato all’asta da Akosua Puni Essien, che cambia il nome del club in FC Como.

A causa della mancata ammissione al campionato seguente, nella stagione 2017/18 l’FC Como è costretto a ripartire dalla Serie D. Il 4 aprile 2019, poi, il club viene acquistato dalla società inglese di media e intrattenimento SENT Entertainment Limited, che ancora oggi ne è la proprietaria. Fin da subito, SENT punta a sviluppare una solida struttura societaria e a garantire al Como 1907 stabilità finanziaria e investimenti, infrastrutture nuove, attenzione al settore giovanile, allo stadio e, ovviamente, alla prima squadra. La prima stagione della nuova proprietà si conclude nella maniera migliore, con la vittoria della Serie D, con tanto di record storico di punti, e la promozione in serie C.

La stagione 2020/21 vede il Como 1907 partire con grandi aspettative. Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, la squadra dà il massimo e i suoi sforzi vengono premiati: il club vince il campionato e viene promosso in Serie B.

La squadra continua ad attraversare un momento magico nel corso delle stagioni 2021/22 e 2022/23 in Serie B. Quest’anno, ogni singolo membro del club è concentrato su un unico obiettivo: realizzare il prossimo grande sogno.

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