La promozione in B e la ripartenza con Sent Entertainment
Il Como dal 2009 al 2015 disputò sei campionati di Prima Divisione, con la presidenza di Antonio Di Bari e Amilcare Rivetti che nel 2012 lasciarono la presidenza a Pietro Porro e al suo gruppo. Dopo tre stagioni il Como, sotto la guida di Carlo Sabatini vinse i playoff, dopo essere arrivato 4° in campionato, dove si mise in luce Simone Andrea Ganz autore di 18 reti. Il seguente campionato di serie B fu deludente sotto tutti gli aspetti, il Como rimase ultimo dalla prima all’ultima giornata cambiando tre allenatori e utilizzando 41 giocatori.
Con la retrocessione arrivò anche il nuovo fallimento della società, che nella stagione 2016 2017, fu guidata a uno splendido settimo posto dal curatore fallimentare Francesco De Michele e dall’allenatore Fabio Gallo. All’asta fallimentare il Como viene rilevato da Akosua Puni Essien, che cambiò il nome in della società, in FC Como.
La non iscrizione del FC Como ai campionati fece ripartire il Como 1907 dalla serie D nel campionato 2017/2018. Il 4 aprile 2019 la società viene acquisita dal gruppo SENT Entertainment Ltd, società di media e intrattenimento con sede nel Regno Unito. Sent avvia un percorso strategico finalizzato a sviluppare una solida struttura aziendale e garantire al Como 1907 una sostenibilità finanziaria e investimenti mirati: nuove infrastrutture sportive, attenzione al Settore Giovanile, lo stadio e, naturalmente, la Prima Squadra. Sono questi gli obiettivi della nuova società. Il Club intanto vince il campionato di Serie D con il record di sempre di punti e si appresta a iniziare la stagione sportiva 2019/2020 in Serie c.
Il Como 1907 ha iniziato la stagione 2020-2021 con grandi speranze per mettersi alla prova in Serie C. Una pandemia globale ha sfidato i suoi sogni, ma la squadra ha lottato duramente in ogni partita e si è impegnata per raggiungere il proprio obiettivo. Il Como 1907 e i suoi fedeli tifosi sono stati premiati a fine stagione come squadra vincitrice della Serie C e il club è stato promosso in Serie B.
Il buon momento della squadra è continuato per tutta la stagione 2021-2022 in Serie B. La squadra mette il cuore in ogni partita e si impegna per raggiungere il suo prossimo grande obiettivo.
115 anni di storia, una passione unica, una gloria che non avrà mai fine!
La prima partita di Foot-ball giocata a Como è stata disputata nella primavera del 1906 , in riva al lago fra dei baldi giovani comaschi che frequentavano la vicina Canottieri Lario e una squadra composta da inservienti e pellerossa del famoso Circo di Buffalo Bill, che si era accampato nella stessa area dove poi fu costruito lo stadio Sinigaglia.
La partita fini in parità e fu arbitrata dallo stesso Colonnello William Cody (Buffalo Bill).Quella partita fu la scintilla che infiammò la gioventù comasca che frequentava i circoli sportivi cittadini ed aiutò a formare un piccolo gruppo di appassionati del gioco del calcio , che decisero il 25 Maggio del 1907 di fondare la Società Calcio Como.
Il Primo ottobre 1911 fu inaugurato in Via dei Mille il primo campo regolamentare ,recintato e con tribuna che permise alla squadra di iscriversi ufficialmente ai campionati della FIGC. Il Como iniziò la sua attività calcistica nell’annata 1912-1913 partecipando al campionato di Promozione e l’anno seguente con l’arrivo di Gustavo Carrer attaccante della Nazionale che porto professionalità all’interno della società, partecipò al campionato di Prima Categoria l’equivalente della attuale Serie A.
La sospensione dei Campionati a causa del Primo conflitto mondiale non spense l’entusiasmo e la voglia di calcio a Como. La squadra si mantenne in prima categoria e diede vita a epici derby contro l’Esperia l’altra formazione cittadina.
Nel 1922 subentrarono problemi economici e nonostante il primo posto nel proprio girone di prima categoria e il terzo nel girone di finale, i lariani non furono ammessi agli spareggi voluti dalla C.C.I. per l’ammissione al campionato maggiore e parteciparono a quello di seconda divisione.
Nel 1926 le autorità del regime obbligarono le due compagini cittadine, il Como e l’Esperia a fondersi per dare vita all’Associazione Calcio Comense. La nuova squadra allenata da Gustavo Carrer iniziò dal campionato di Prima Divisione. Il 30 Luglio 1927 viene inaugurato dal Principe Umberto di Savoia lo Stadio Sinigaglia l’attuale campo di gioco dei Lariani.
Nel 1931 la compagine Lariana allenata dall’Ungherese Gedeon Lukacs vince il campionato di Prima divisione e viene promossa in Serie B senza essere mai sconfitta stabilendo il record di imbattibilità mai conseguito da nessun’altra squadra.
Il Como si mantenne in Serie B fino al 1935 sotto la guida di prima di Adolfo Balonceri e poi di Cevenini III°, ma nel 1936 arrivò la retrocessione e la discesa fino in Promozione causata da ulteriori problemi economici. La retrocessione portò anche la rifondazione della società con l’abbandono della denominazione Comense per diventare l’attuale Associazione Calcio Como.
Il secondo conflitto Mondiale non bloccò l’attività e il Como si mantenne in serie C , per poi andare a vincere nel 1945 il Torneo Lombardo, torneo al quale parteciparono anche Milan e Inter.
L’arrivo di Eraldo Monzeglio alla guida tecnica della squadra nel 1946 portò molte novità : un nuovo modulo di gioco molto più offensivo e la rifondazione del settore giovanile che diventò poi il marchio di fabbrica degli azzurri. La strada di Monzeglio venne percorsa successivamente anche da Mario Varglien che fece adottare al Como il “Sistema” un modulo di gioco che solo poche squadre italiane sono riuscite ad assimilare portando efficacia di risultati e bellezza di gioco. Il Como guidato nel primo anno da Varglien ottenne subito il primo posto in serie B nel campionato 1948 1949 ottenendo la promozione con numerose giornate d’anticipo.
L’anno seguente gli azzurri furono la rivelazione del campionato arrivando sesti ottenendo il miglior risultato della sua storia. Si misero in evidenza il capitano Stua, Travia, Rabitti, Lipizer, Pedroni, Maesani e Ghiandi giocatori tutti italiani, unica squadra di serie A, che crearono un gruppo molto coeso sia sul campo che fuori e permisero alla squadra di disputare quattro campionati di Serie A consecutivi.
Nel campionato 1950 1951 arrivò ottavo ma riuscì a sconfiggere l’Inter di Lorenzi e pareggiare con il Milan del trio Grenoli che poi vinse lo scudetto ma soprattutto fece la più grande impresa della storia azzurra sconfiggendo la Juventus di Boniperti a Torino per tre reti a zero , una partita memorabile che guadagnò le prime pagine di tutti i quotidiani e settimanali sportivi.
Nel 1951 Varglien lasciò la panchina del Como e la squadra disputò ancora un buon campionato arrivando dodicesima ma nel 1953 arrivò con la guida di Roberto Winkler la retrocessione in serie B.
Dal 1953 al 1963 il Como disputò dieci campionati di serie B sfiorando più volte la promozione con l’allenatore Lamanna, il giocatore simbolo di questo periodo fu Giuseppe Baldini che poi sostituì Lamanna in panchina nei campionati dal 1961 al 1963.
Nel campionato 60-61 esordì il diciottenne Gigi Meroni il più grande talento che abbia mai vestito la maglia azzurra, il prodotto più puro del nostro vivaio. Un giocatore eclettico destinato a riempire le pagine della storia del nostro calcio, ma che il destino ha voluto consegnare nel regno dei miti incompiuti. Ancora oggi chi porta in campo la maglia azzurra con il sette, sa che il nome scritto sopra il numero non è il suo ma è quello di Gigi.
Nel 1963 i lariani retrocedettero in Serie C d’ufficio, per aver utilizzato in cinque partite il giocatore Paolo Bessi che doveva scontare una squalifica. Il Como rimase nell’inferno della Serie C fino alla promozione in B nel campionato 1967 1968 con la guida di Franco Viviani.
Il Como poi sostenne due ottimi campionati di serie B ma la grande svolta arrivò nel 1971 con l’arrivo del Direttore sportivo Giancarlo Beltrami che portò in panchina Eugenio Bersellini. La B-B ,come veniva chiamata dai tifosi, ottenne subito dei grandi risultati sfiorando la promozione e praticando un bel gioco.
La grande rivoluzione si compie nel 1973 con l’arrivo di Pippo Marchioro,il nuovo allenatore portò una nuova mentalità e il Como si trasformò in una specie di laboratorio sperimentale calcistico.
La squadra applicò i primi rudimentali schemi di gioco a zona, i giocatori erano seguiti costantemente da un medico psicologo che fungeva anche da motivatore di gruppo, infine il portiere Antonio Rigamonti calciava tutti i rigori assegnati. L’attenzione dei media si spostò ben presto sulla squadra e il Como non deluse le attese. Trascinata dall’allora ventenne Marco Tardelli , un’altra scoperta di Giancarlo Beltrami, conquistò la Serie A nel 1975 dopo un epico incontro contro il Verona all’ultima giornata.
Dopo 22 anni il Como torna in serie A perdendo i suoi pezzi migliori (Marchioro e Tardelli) e ritorna dopo un anonimo campionato in serie B. Dopo un 6 ° posto nel 76-77 avviene un profondo cambiamento in società che porterà il Como in serie C l’anno successivo. Per risalire viene richiamato Marchioro, il tecnico non deluse le attese e compì un’ impresa straordinaria portando il Como in Serie A in due anni.
Nel 1980 1981 oltre alla serie A partecipò alla Mitropa Cup arrivando primo a pari merito con una squadra Cecoslovacca e una Ungherese ma non vinse la coppa per la peggiore differenza reti. La squadra conquistò in A una salvezza tranquilla e il Presidente Beretta allestì una ottima squadra per il campionato seguente , ma le cose non andarono come previsto, Marchioro fu esonerato e il Como tornò in B. Il campionato 82 83 fu atipico per la presenza di Milan e Lazio , i lariani però furono grandi protagonisti e arrivarono terzi insieme a Catania e Cremonese.
Furono disputati a Roma dei drammatici spareggi con un girone all’italiana e il Catania ebbe la meglio. L’anno seguente con l’arrivo del nuovo presidente Benito Gattei si allestì una squadra molto competitiva, e si tornò subito in A con Tarcisio Burnich in panchina. Fecero seguito ben cinque campionati di serie A consecutivi dal 1984 al 1989 dove il Como mise in mostra anche del bel gioco e lanciò numerosi giovani che proseguirono le carriere in prestigiose squadre. In panchina si susseguirono numerosi allenatori (Ottavio Bianchi, Emiliano Mondonico, Rino Marchesi, Aldo Agroppi)che diedero alla squadra diverse caratteristiche di gioco mantenendo sempre un aspetto giovane sia nel gioco che nell’età dei giocatori.
Dal 1990 al 2001 disputa dieci campionati in Serie C questa serie viene interrotta solo dalla stagione 94 95 dopo la conquista della serie B grazie alla vittoria nella finale dei playoff giocata a Verona contro la Spal. Fu anche la vittoria di Marco Tardelli ritornato in azzurro come allenatore per poi emigrare dopo la retrocessione dell’anno seguente sulle prestigiose panchine dell’Under 21 e dell’Inter.
Il ritorno in B arrivò nel 2000 2001, una promozione fortemente voluta dal presidente Enrico Preziosi dopo tre tentativi andati a vuoto, la squadra affidata a Loris Dominissini sorprende tutti e arriva anche prima l’anno seguente trascinata da Lulù Oliveira.
Il Como ha compiuto il secondo grande salto della sua storia ,unica squadra italiana a realizzare per due volte in due anni consecutivi il passaggio dalla C alla A. Il suo tredicesimo campionato di Serie A (2002 2003) fu subito problematico, causa la cessione di Oliveira e il difficile rapporto fra il Presidente Preziosi e il sistema calcio che c’era in quel periodo. La retrocessione arrivò puntuale e anche l’abbandono del Presidente Preziosi.
I vari problemi finanziari non permisero di allestire negli anni successivi una squadra competitiva e come previsto arrivò la doppia retrocessione in serie C.
Ulteriori problemi provocarono il fallimento della società e una nuova ripartenza nell’anno 2005 2006 dalla Serie D. Fecero seguito due anni complicati in serie D, che però poi portarono a una doppia promozione, prima con gli azzurri di Ninni Corda che nel 2007 2008 furono promossi in Seconda Divisione e vinsero la Coppa Italia Dilettanti, poi nel 2008 2009 con Stefano Di Chiara che guidò i lariani in Prima Divisione, dopo una doppia finale di playoff contro l’Alessandria.
Nel 1926 le autorità del regime obbligarono le due compagini cittadine, il Como e l’Esperia a fondersi per dare vita all’Associazione Calcio Comense. La nuova squadra allenata da Gustavo Carrer iniziò dal campionato di Prima Divisione. Il 30 Luglio 1927 viene inaugurato dal Principe Umberto di Savoia lo Stadio Sinigaglia l’attuale campo di gioco dei Lariani.
Nel 1931 la compagine Lariana allenata dall’Ungherese Gedeon Lukacs vince il campionato di Prima divisione e viene promossa in Serie B senza essere mai sconfitta stabilendo il record di imbattibilità mai conseguito da nessun’altra squadra.
Il Como si mantenne in Serie B fino al 1935 sotto la guida di prima di Adolfo Balonceri e poi di Cevenini III°, ma nel 1936 arrivò la retrocessione e la discesa fino in Promozione causata da ulteriori problemi economici. La retrocessione portò anche la rifondazione della società con l’abbandono della denominazione Comense per diventare l’attuale Associazione Calcio Como.
Il secondo conflitto Mondiale non bloccò l’attività e il Como si mantenne in serie C , per poi andare a vincere nel 1945 il Torneo Lombardo, torneo al quale parteciparono anche Milan e Inter.
L’arrivo di Eraldo Monzeglio alla guida tecnica della squadra nel 1946 portò molte novità : un nuovo modulo di gioco molto più offensivo e la rifondazione del settore giovanile che diventò poi il marchio di fabbrica degli azzurri. La strada di Monzeglio venne percorsa successivamente anche da Mario Varglien che fece adottare al Como il “Sistema” un modulo di gioco che solo poche squadre italiane sono riuscite ad assimilare portando efficacia di risultati e bellezza di gioco. Il Como guidato nel primo anno da Varglien ottenne subito il primo posto in serie B nel campionato 1948 1949 ottenendo la promozione con numerose giornate d’anticipo.
L’anno seguente gli azzurri furono la rivelazione del campionato arrivando sesti ottenendo il miglior risultato della sua storia. Si misero in evidenza il capitano Stua, Travia, Rabitti, Lipizer, Pedroni, Maesani e Ghiandi giocatori tutti italiani, unica squadra di serie A, che crearono un gruppo molto coeso sia sul campo che fuori e permisero alla squadra di disputare quattro campionati di Serie A consecutivi.
Nel campionato 1950 1951 arrivò ottavo ma riuscì a sconfiggere l’Inter di Lorenzi e pareggiare con il Milan del trio Grenoli che poi vinse lo scudetto ma soprattutto fece la più grande impresa della storia azzurra sconfiggendo la Juventus di Boniperti a Torino per tre reti a zero , una partita memorabile che guadagnò le prime pagine di tutti i quotidiani e settimanali sportivi.
Nel 1951 Varglien lasciò la panchina del Como e la squadra disputò ancora un buon campionato arrivando dodicesima ma nel 1953 arrivò con la guida di Roberto Winkler la retrocessione in serie B.
Dal 1953 al 1963 il Como disputò dieci campionati di serie B sfiorando più volte la promozione con l’allenatore Lamanna, il giocatore simbolo di questo periodo fu Giuseppe Baldini che poi sostituì Lamanna in panchina nei campionati dal 1961 al 1963.
Nel campionato 60-61 esordì il diciottenne Gigi Meroni il più grande talento che abbia mai vestito la maglia azzurra, il prodotto più puro del nostro vivaio. Un giocatore eclettico destinato a riempire le pagine della storia del nostro calcio, ma che il destino ha voluto consegnare nel regno dei miti incompiuti. Ancora oggi chi porta in campo la maglia azzurra con il sette, sa che il nome scritto sopra il numero non è il suo ma è quello di Gigi.
Nel 1963 i lariani retrocedettero in Serie C d’ufficio, per aver utilizzato in cinque partite il giocatore Paolo Bessi che doveva scontare una squalifica. Il Como rimase nell’inferno della Serie C fino alla promozione in B nel campionato 1967 1968 con la guida di Franco Viviani.
Il Como poi sostenne due ottimi campionati di serie B ma la grande svolta arrivò nel 1971 con l’arrivo del Direttore sportivo Giancarlo Beltrami che portò in panchina Eugenio Bersellini. La B-B ,come veniva chiamata dai tifosi, ottenne subito dei grandi risultati sfiorando la promozione e praticando un bel gioco.
La grande rivoluzione si compie nel 1973 con l’arrivo di Pippo Marchioro,il nuovo allenatore portò una nuova mentalità e il Como si trasformò in una specie di laboratorio sperimentale calcistico.
La squadra applicò i primi rudimentali schemi di gioco a zona, i giocatori erano seguiti costantemente da un medico psicologo che fungeva anche da motivatore di gruppo, infine il portiere Antonio Rigamonti calciava tutti i rigori assegnati. L’attenzione dei media si spostò ben presto sulla squadra e il Como non deluse le attese. Trascinata dall’allora ventenne Marco Tardelli , un’altra scoperta di Giancarlo Beltrami, conquistò la Serie A nel 1975 dopo un epico incontro contro il Verona all’ultima giornata.
Dopo 22 anni il Como torna in serie A perdendo i suoi pezzi migliori (Marchioro e Tardelli) e ritorna dopo un anonimo campionato in serie B. Dopo un 6 ° posto nel 76-77 avviene un profondo cambiamento in società che porterà il Como in serie C l’anno successivo. Per risalire viene richiamato Marchioro, il tecnico non deluse le attese e compì un’ impresa straordinaria portando il Como in Serie A in due anni.
Nel 1980 1981 oltre alla serie A partecipò alla Mitropa Cup arrivando primo a pari merito con una squadra Cecoslovacca e una Ungherese ma non vinse la coppa per la peggiore differenza reti. La squadra conquistò in A una salvezza tranquilla e il Presidente Beretta allestì una ottima squadra per il campionato seguente , ma le cose non andarono come previsto, Marchioro fu esonerato e il Como tornò in B. Il campionato 82 83 fu atipico per la presenza di Milan e Lazio , i lariani però furono grandi protagonisti e arrivarono terzi insieme a Catania e Cremonese.
Furono disputati a Roma dei drammatici spareggi con un girone all’italiana e il Catania ebbe la meglio. L’anno seguente con l’arrivo del nuovo presidente Benito Gattei si allestì una squadra molto competitiva, e si tornò subito in A con Tarcisio Burnich in panchina. Fecero seguito ben cinque campionati di serie A consecutivi dal 1984 al 1989 dove il Como mise in mostra anche del bel gioco e lanciò numerosi giovani che proseguirono le carriere in prestigiose squadre. In panchina si susseguirono numerosi allenatori (Ottavio Bianchi, Emiliano Mondonico, Rino Marchesi, Aldo Agroppi)che diedero alla squadra diverse caratteristiche di gioco mantenendo sempre un aspetto giovane sia nel gioco che nell’età dei giocatori.
Dal 1990 al 2001 disputa dieci campionati in Serie C questa serie viene interrotta solo dalla stagione 94 95 dopo la conquista della serie B grazie alla vittoria nella finale dei playoff giocata a Verona contro la Spal. Fu anche la vittoria di Marco Tardelli ritornato in azzurro come allenatore per poi emigrare dopo la retrocessione dell’anno seguente sulle prestigiose panchine dell’Under 21 e dell’Inter.
Il ritorno in B arrivò nel 2000 2001, una promozione fortemente voluta dal presidente Enrico Preziosi dopo tre tentativi andati a vuoto, la squadra affidata a Loris Dominissini sorprende tutti e arriva anche prima l’anno seguente trascinata da Lulù Oliveira.
Il Como ha compiuto il secondo grande salto della sua storia ,unica squadra italiana a realizzare per due volte in due anni consecutivi il passaggio dalla C alla A. Il suo tredicesimo campionato di Serie A (2002 2003) fu subito problematico, causa la cessione di Oliveira e il difficile rapporto fra il Presidente Preziosi e il sistema calcio che c’era in quel periodo. La retrocessione arrivò puntuale e anche l’abbandono del Presidente Preziosi.
I vari problemi finanziari non permisero di allestire negli anni successivi una squadra competitiva e come previsto arrivò la doppia retrocessione in serie C.
Ulteriori problemi provocarono il fallimento della società e una nuova ripartenza nell’anno 2005 2006 dalla Serie D. Fecero seguito due anni complicati in serie D, che però poi portarono a una doppia promozione, prima con gli azzurri di Ninni Corda che nel 2007 2008 furono promossi in Seconda Divisione e vinsero la Coppa Italia Dilettanti, poi nel 2008 2009 con Stefano Di Chiara che guidò i lariani in Prima Divisione, dopo una doppia finale di playoff contro l’Alessandria.
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