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CALCIO

Un viaggio in blu

BLU ha seguito Andréa Le Borgne prima, durante e dopo il suo primo Mondiale con la Nazionale francese Under 20 in Cile. Ne è emerso il ritratto di un giocatore in movimento, alla scoperta di cosa significhi indossare il blu della Francia e quello del Como 1907.

È cominciato come un sogno, ed è finito come una dichiarazione. Per Le Borgne, centrocampista francese arrivato a Como all’inizio di quest’anno, il Mondiale Under 20 è stato più di un torneo: un punto di svolta, un passaggio di maturità nei colori della sua nazione e, in spirito, del suo club.

“È un sogno d’infanzia che si realizza! Una gioia indescrivibile. Rappresentare il proprio Paese e indossare la maglia blu è motivo di immenso orgoglio. È una tappa importante del mio percorso, dove il lavoro è tutto», racconta, ancora incredulo per ciò che ha vissuto.

A diciannove anni, Le Borgne parla già con la calma e la lucidità di un veterano. È arrivato a Como a gennaio dal Nizza, un innesto silenzioso in una squadra impegnata a costruire il proprio futuro. Da allora si allena regolarmente con il gruppo di Cesc Fàbregas e si è imposto come una delle voci più attente e ambiziose della Primavera.

“È un grande sì», risponde quando gli si chiede se Como abbia contribuito alla sua crescita. «Un giovane professionista ha bisogno di ispirazione e di modelli da seguire per migliorare. Como è il club ideale in questo senso. Dall’allenatore ai giocatori di alto livello, fino allo staff e ai dirigenti, tutto è fatto per permettere a ognuno di crescere e avere successo. Il blu della Francia che indosserò in questo Mondiale avrà così una sfumatura del blu del Como 1907.”

In Cile, quelle due tonalità di blu sembravano fondersi. Alla sua prima da titolare con la Francia, Le Borgne ha segnato una tripletta nel 6–0 che ha catturato l’attenzione internazionale e gli è valso il premio di miglior giocatore della partita.

“Una tripletta e il titolo di man of the match: non potevo sognare un esordio migliore. Ho lavorato duramente per arrivare fin qui, e oggi vedo il frutto del mio impegno. Quando il pallone è entrato per il terzo gol, ero pieno di felicità e orgoglio.”

Parole semplici, ma cariche di significato. Per un centrocampista noto per il controllo e l’intelligenza più che per la spettacolarità, segnare tre gol in una sola partita è stata una rivelazione. “È chiaro che allenarmi ogni giorno e perfezionare la mia efficacia in area di rigore mi sta aiutando a segnare di più come centrocampista”, spiega. «La nuova generazione di mediani deve saper fare tutto: difendere e attaccare bene. Devo lavorare ancora di più per diventare un grande giocatore.”

Nella sua voce non c’è traccia di distacco o presunzione. Le Borgne parla come chi sa da dove viene e dove vuole arrivare. Parla di pazienza — dell’attesa della sua prima da titolare e della prontezza nel cogliere l’occasione. “Ho saputo aspettare e avere pazienza per la mia prima volta nell’undici iniziale. Sapevo che avrei avuto una chance e che potevo dare qualcosa in più alla squadra. Credo di aver lasciato il segno, e ora continueremo tutti insieme sulla stessa strada per vincere gli ottavi contro il Giappone. Siamo una grande squadra, tocca a noi dimostrarlo.”

La Francia si sarebbe poi fermata in semifinale, chiudendo al quarto posto. Ma per Le Borgne l’esperienza è andata ben oltre il risultato. «Sono molto felice e orgoglioso. Questo quarto posto è il frutto di un grande lavoro di squadra. Sono onorato di aver fatto parte di quest’avventura, grazie al ct Bernard Diomède, che mi ha dato fiducia e mi ha incoraggiato per tutta la competizione. È stato fondamentale per me, essendo la mia prima volta con la nazionale francese. Ringrazio di cuore anche tutti coloro che ci hanno sostenuto e incoraggiato.”

Poi si ferma un attimo, prima di ricordare i due momenti che porterà sempre con sé. “Credo che ricorderò ogni istante di questa avventura in Cile per tutta la vita, fino ai più piccoli dettagli. Ma se dovessi sceglierne due, direi l’emozione travolgente del terzo gol nella mia tripletta nella fase a gironi e la gioia esplosiva della vittoria contro il Giappone, arrivata all’ultimo minuto dei supplementari, che ci ha aperto la porta dei quarti. Indimenticabile!”

Per Le Borgne, il torneo è stato allo stesso tempo un traguardo e un punto di partenza. “Giocare un Mondiale in Cile è stata un’esperienza incredibile, sia dal punto di vista collettivo che personale. È stato qualcosa di straordinario, perché come ho detto era il mio debutto con la nazionale. Mi ha nutrito, mi ha dato fiducia e consapevolezza. Credere in sé stessi e nella squadra è la chiave per raggiungere — e superare — i propri obiettivi. Ora tocca a me capitalizzare su questa esperienza con il Como, per continuare a crescere e rispondere alle aspettative del club.”

Il passo successivo è già iniziato. “Per me c’è un prima e un dopo il Mondiale, perché ora mi unisco stabilmente alla squadra di Cesc Fàbregas. Sta a me ripagare la fiducia con il lavoro e mostrare le mie qualità, guadagnando gradualmente il mio posto. Questo club mi ha aperto le porte della nazionale francese, e non lo dimenticherò mai. È solo l’inizio. Il meglio deve ancora venire, e insieme cercheremo di arrivare il più lontano possibile. Andiamo!”

Nelle sue parole non c’è traccia di arroganza, solo convinzione. Il viaggio da Neuilly-sur-Seine a Como, da giovane promessa a giocatore del Mondiale, racconta la storia di un ragazzo che sta imparando a fidarsi di sé stesso — in due lingue e in due sfumature di blu.