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CALCIO

Lucas Da Cunha, l’ascesa con discrezione del nuovo capitano del Como

La nomina di Lucas Da Cunha a capitano del Como 1907 appare come una naturale evoluzione. A soli ventitré anni, il centrocampista francese è il giocatore più longevo della rosa, pronto a iniziare la sua quarta stagione sulle sponde del Lario. Quello che era nato come un prestito si è trasformato in stabilità, continuità e ora leadership, consacrandolo come uno dei volti simbolo di una squadra cresciuta con pazienza e ambizione.

L’annuncio del club è stato accompagnato dalle parole del tecnico Cesc Fabregas, che hanno sottolineato il rispetto guadagnato dal giocatore: «Lucas sta entrando nella sua quarta stagione con noi, è il calciatore con più anni di permanenza. Ho avuto il privilegio di condividere il campo con lui nel mio ultimo anno da giocatore a Como e ho visto da vicino la sua crescita, dentro e fuori dal campo. Rappresenta tutto ciò che stiamo costruendo: umiltà, etica del lavoro, impegno, qualità e una mentalità vincente. La sua leadership si è sviluppata con l’esempio quotidiano: non salta mai un allenamento, mette sempre la squadra al primo posto e continua a migliorarsi giorno dopo giorno. Alla sua età, il meglio deve ancora venire». A sostenerlo sarà un gruppo di vice capitani d’eccezione: Sergi Roberto, Mërgim Vojvoda e Álvaro Morata. «Insieme guideranno la squadra a crescere, spingersi avanti e rafforzare la cultura che vogliamo a Como. Forza Lucas, Forza Como, ha concluso Fabregas.


Per Da Cunha, la fascia non è un peso, ma il prolungamento naturale del suo ruolo all’interno di una rosa giovanissima. «Guidare un gruppo più giovane rispetto all’anno scorso non cambia molto, perché i ragazzi, pur essendo giovani, sono maturi dentro e fuori dal campo. Dobbiamo aiutarci ogni giorno, e questo sarà solo un valore aggiunto per una squadra giovane». Un approccio pragmatico, che lega la maturità non all’età anagrafica ma alla responsabilità condivisa.

Nelle sue parole non c’è alcuna enfasi superflua: «Tra la scorsa stagione e questa non sento maggiore pressione, perché ormai conosco il ruolo di capitano. La responsabilità però è grande: devo essere un esempio per tutti, giocare con personalità, comunicare ed essere sempre disponibile per il gruppo». In lui colpisce l’equilibrio tra sicurezza e consapevolezza, raro per un calciatore ancora all’inizio della carriera.

Da Cunha vede la gioventù del Como come una spinta. «Essere capitano di una delle squadre più giovani della Serie A è una grande sfida, ma siamo tutti molto motivati. Abbiamo fame di successi, condividiamo gli stessi obiettivi e ci muoviamo insieme, nella stessa direzione, con grandi ambizioni». La sua ambizione personale appare indissolubilmente intrecciata a quella collettiva.

La Serie A resta un palcoscenico relativamente nuovo per lui, ma lo vive come opportunità e responsabilità: «È ancora una novità per me, ma lo è ancora di più per altri compagni. Sta a noi, i più esperti, trasmettere la conoscenza del campionato e mettere la squadra nelle migliori condizioni per sentirsi a proprio agio in campo. È un torneo straordinario, che offre molto da vivere e da godere». Parole che rivelano non solo la volontà di adattarsi, ma anche quella di proteggere e far crescere chi lo circonda.

Per Da Cunha, la leadership va oltre il fischio dell’arbitro. «Ho imparato che non significa soltanto dare istruzioni o essere un esempio in campo. Vuol dire soprattutto saper ascoltare, restare positivi e comprendere i bisogni di ognuno». Una filosofia che interpreta alla perfezione la moderna idea di capitano, fatta di empatia tanto quanto di autorevolezza.

Infine, il pensiero va ai tifosi, che hanno seguito passo dopo passo la sua crescita e ora lo vedono con la fascia al braccio. «A nome di tutta la squadra, grazie di cuore per essere sempre al nostro fianco e darci forza ogni giorno. Noi daremo tutto per voi».