“La mia passione per il calcio è iniziata già da piccolo, mi divertivo a guardare le partite con mio padre. Da buon Brasiliano, ho sempre ammirato Neymar, mi piace la sua allegria e determinazione in campo.”
Matteo Papaccioli centrocampista dell’under 16 del Como 1907 tira i primi calci al pallone nel suo Brasile. Gioca fino ai 10 tra “Fustal” e “Taubatè” per poi trasferirsi in Italia insieme alla sua famiglia per crescere nel mondo del calcio professionistico.
“Nel Como mi trovo molto bene, faccio parte di un bellissimo gruppo, di allenatori e giocatori, dove ci aiutiamo a vicenda e ci trattiamo come se fossimo fratelli. Il mio obiettivo è quello di diventare un calciatore professionista, chissà, magari riuscirò ad esordire con la prima squadra del Como!”
A febbraio è stato selezionato per giocare con la Nazionale Italiana, ci racconta come ha vissuto questa sua esperienza: “Alla fine dell’allenamento il mister mi ha chiamato da parte e mi ha consegnato una lettera su cui c’era scritta la convocazione per l’amichevole contro il Belgio. In quel momento non ho capito piú niente, ero sorpreso, felice, impaurito, emozionato, confuso e con il battito a mille, la prima cosa che ho fatto é stata quella di chiamare i miei genitori e informarli della notizia.”
“Entrare in Nazionale è una grande sfida, l’ostacolo maggiore, come spesso accade, è nella nostra testa e nel credere in noi stessi; allenatori e dirigenti del Como mi hanno sempre incoraggiato e aiutato tantissimo in questo percorso di crescita, tanto da farmi sentire bene e a mio agio anche in Nazionale.”
Mauro Bernardi, ex capo del team scouting del Como 1907 e ora team manager della Primavera, ricorda la prima impressione che ha avuto di Matteo.
“Sono andato personalmente a vederlo, avevo intravisto delle qualità, ma per onestà intellettuale non tali da essere subito chiamato a fare un provino. L’ho rivisto dopo del tempo, due volte, e ho visto delle qualità non comuni, quindi si è pensato di convocarlo ad Erba. È stato un periodo con noi e lì ci ha convinto perché è un ragazzo che ha delle qualità importanti, che può stare nei professionisti. Inoltre una qualità che gli va riconosciuta è l’approccio mentale che ha avuto verso il mondo dei professionisti, questo è la cosa più importante. Il suo percorso in nazionale è l’inizio di un sogno che lui deve coltivare tutti i giorni senza mollare mai di un centimetro.”
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