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CALCIO

Vero Boquete, Costruire Qualcosa di Speciale a Como

Verónica Boquete, meglio nota come Vero, ha già mostrato a Como che tipo di capitano è. Composta, intelligente e determinata, ha portato nella squadra femminile una mentalità vincente e una chiarezza di intenti maturata in anni trascorsi ai massimi livelli del calcio.

La sua storia inizia in Spagna, giocando nelle squadre maschili fino ai 15 anni. Da allora è diventata la miglior marcatrice di sempre della sua nazionale, vincendo una Champions League e titoli nazionali in tre Paesi. I primi passi da professionista la portarono a Zaragoza, poi all’Espanyol, e da lì in un tour mondiale che l’ha vista partecipare attivamente negli Stati Uniti con Chicago Red Stars, Utah Royals e Portland Thorns, in Cina, Svezia, Germania con il Bayern Monaco e Francia con il PSG, prima di approdare in Italia con AC Milan e Fiorentina, e ora Como.

Descrive la Serie B come un campionato unico rispetto a tutto ciò che aveva vissuto. “Non è un campionato facile”, dice. “Sapevamo che il livello non è quello della Serie A e forse le partite non sono altrettanto intense, ma gli avversari giocano in un modo che ti costringe a dare sempre il massimo e a restare concentrati”. Il campionato richiede un tipo di attenzione diversa. “Bisogna essere sempre attenti sui calci piazzati e anche su alcuni campi di Serie B. Devi sapere se sono piccoli, grandi, se favoriscono i secondi palloni. Tutto questo condiziona il nostro gioco”.

È proprio questa consapevolezza tattica a definire la sua carriera. Vero non si limita a giocare: legge la partita. La sua capacità di adattare l’approccio all’avversario, al terreno, alle condizioni, dimostra un’intelligenza calcistica che pochi possiedono. È ciò che distingue i buoni giocatori dai grandi, e i grandi dalle leggende.

Il trasferimento a Como le ha offerto una nuova sfida, che ha accolto con entusiasmo. Da capitano non si limita a indossare la fascia: sta costruendo una cultura, stabilendo standard, creando qualcosa che duri oltre una singola stagione. “Da capitana di Como la sensazione è quella di costruire qualcosa di importante, una nuova squadra, un nuovo staff, un nuovo progetto per noi”, spiega. “Non abbiamo avuto molto tempo per conoscerci e creare questa forza del gruppo, ma penso che in poco tempo siamo riusciti a diventare una squadra forte, con una mentalità fissa e uno stile di gioco determinato”.

C’è una soddisfazione nella sua voce quando aggiunge: “Da capitana, questo mi dà anche un po’ di orgoglio per ciò che stiamo costruendo”.

Gran parte della sua prima impressione è stata influenzata dal rapporto con l’allenatrice Mazzantini, una delle poche donne allenatrici in Serie B. Per Boquete, che ha trascorso tutta la carriera sotto allenatori uomini, rappresenta qualcosa di grande. “Averla vicino dà una forza in più, perché vuoi dimostrare di più. C’è un rapporto speciale tra donne, a volte puoi anche aiutarla a far bene”, spiega. “È un’allenatrice che ama parlare ed è chiara nelle idee, e siamo felici di averla con noi”.

È un rapporto costruito su rispetto reciproco e visione condivisa, il tipo di relazione che definisce le squadre vincenti. La chiarezza e la disponibilità al dialogo di Mazzantini creano un ambiente in cui le giocatrici si sentono protagoniste, capaci di contribuire, prendere responsabilità. Per una capitana come Boquete, questo approccio collaborativo le permette di fare da ponte tra staff tecnico e squadra.

Ha già regalato momenti importanti. Il suo gol contro il Bologna è arrivato in uno scontro diretto con la squadra considerata il principale avversario per la vetta della classifica. Eppure, quando le si chiede degli obiettivi stagionali, la sua risposta rivela la mentalità da campionessa.

“Il mio obiettivo personale è l’obiettivo di tutti noi, di chiunque lavori qui, compreso il club”, dice. Ma aggiunge subito un monito contro la visione a tunnel: “Se ci concentriamo solo sul Bologna, possiamo perdere un po’ di concentrazione ogni domenica. Per noi, la chiave è pensare che ogni domenica ci siano tre punti in palio, che sia contro Bologna, Freedom o Frosinone. Per noi è concentrarci su questo e sperare che in alcune partite loro perdano punti”.

Una filosofia forgiata in decenni ai massimi livelli. I campionati non si vincono con l’ossessione per gli avversari, ma con costanza e attenzione al compito immediato. Ogni partita conta. Ogni punto è importante. Le squadre vincenti trattano ogni avversario con lo stesso rispetto, portando la stessa intensità a ogni incontro. Boquete ha imparato questa lezione molte volte nella sua carriera e ora la trasmette alle compagne di Como.

Sa cosa significa segnare, ma sa anche che l’ambizione collettiva è ciò che fa crescere un club. Il suo ruolo va oltre gol e assist. Le giovani osservano come si prepara, come comunica, come gestisce la pressione. Vedono un esempio concreto di professionalità, dedizione e di cosa significa competere ai massimi livelli per quasi vent’anni.

Fuori dal campo si sta ambientando a Como. La bellezza del lago, il ritmo della città, la cultura del club hanno reso la transizione semplice. Per chi ha giocato in tutta Europa e negli Stati Uniti, Como offre qualcosa di unico: un luogo dove ambizione e tradizione si incontrano, dove un progetto serio si sviluppa in un contesto di eleganza senza tempo.

Ci sono anche dettagli personali. Da tempo Vero è sostenitrice del calcio femminile, facendo pressione per l’inclusione delle giocatrici nei videogiochi EA FC e usando la sua visibilità per promuovere maggiore riconoscimento dello sport. Si muove con la sicurezza di chi ha abbattuto barriere e aperto porte per chi la segue.

I suoi gol hanno già pesato sulla stagione di Como, compresi due splendidi calci di punizione contro Bologna e Freedom, e il suo carattere l’ha resa perfetta per il gruppo. Gioca con intelligenza, parla con chiarezza e guida con l’autorità di chi ha vinto a ogni livello.

Vero Boquete avrebbe potuto ritirarsi con la sua eredità già scritta, il suo nome inciso nella storia del calcio spagnolo per sempre. Invece ha scelto Como. Ha scelto di costruire qualcosa di nuovo, guidare una squadra giovane, inseguire un’ultima sfida significativa. Per una giocatrice che ha trascorso la carriera a rompere barriere e a pionierizzare il calcio femminile, questo è forse il capitolo più adatto della sua storia.